11 marzo 1991.
I R.E.M. pubblicano ‘Out of Time’, l’album della consacrazione mainstream per la band statunitense, il secondo pubblicato per la Warner.
‘Out of Time’ è un disco che mantiene le caratteristiche new wave e rock dei lavori precedenti, ma con sonorità country e folk più marcate.
Credo che nessuno dei R.E.M., nel 1991, avrebbe mai immaginato che ‘Losing my Religion’ potesse diventare ciò che è diventata: la canzone simbolo del gruppo, scritta da Peter Buck, quella che tutti i loro fan, integralisti e meno esigenti, aspettavano in concerto. Come dargli torto.
Certo, capirei anche chi, oggi, ne fosse nauseato.
Un singolo di cinque minuti, con un assolo di mandolino, ha conquistato il mondo.
Peter Buck stava imparando a suonare il mandolino, registrava e riascoltava i suoi tentativi, si rese conto che quel riff aveva un potenziale per diventare una canzone di successo.
Lo portò in studio, Mike Mills aggiunse una linea di basso mentre Stipe lavorò al testo.
‘Losing my Religion’ è una espressione del sud degli Stati Uniti che significa ‘perdere la testa’.
Quindi, niente a che vedere con la religione, anche se, per complicare le cose, il video è pieno di immagini religiose.
Stipe aveva in mente un video tipo quello di Sinead O’Connor in ‘Nothing Compares 2 You’: il regista Tarsem Singh pensava, invece, a qualcosa di più melodrammatico.
Poi, vide Stipe ballare in quel modo assurdo, e così decise che la cosa migliore sarebbe stata tentare un mix di tutte le idee, compresa quella di ispirarsi parzialmente a un racconto di Gabriel Garcia Marquez, ‘A Very Old Man with Enormous Wings’.
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