Shiva Bakta: recensione di 6/4 of Love

Shiva Bakta

6/4 of Love

Noja Recordings

6 aprile 2022

genere: folk acustico, R&B, psichedelia folk, folk blues, ambient pastorale, elettronica prog, disco soul

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

A distanza di due anni dal precedente Save Me (album composto da una suite di 40 minuti, pubblicato in piena pandemia) e dopo aver scritto musiche per alcuni cortometraggi e lungometraggi, il cantautore spezzino Lidio Chericoni in arte Shiva Bakta pubblica il suo terzo lavoro in studio intitolato 6/4 of Love, edito per Noja Recordings e anticipato dall’uscita del singolo I See You.

Nato in Argentina, cresciuto a La Spezia e trapiantato a Bologna, dopo una parentesi nella tentacolare Milano, Shiva Bakta, avvalendosi di una rinnovata consapevolezza acquisita attraverso un percorso di trasformazione personale, con 6/4 of Love riprende quell’appassionato pendolarismo autorale che contraddistingue lo stile calligrafico del suo raffinato trademark genetico, affrancandosi dagli allineamenti musicali e dai filtri vintage di un’attualità sempre più ipertecnologica, per muoversi, invece, lungo le consolanti correnti di una mite retromania.

Shiva Bakta predispone una macchina del ritmo – e del tempo – focalizzata su una ricercatezza di suoni, atmosfere e contaminazioni dal feeling intimo, ombroso e confidenziale, attraverso un mood parallelo, onirico e pastorale intriso di edulcorata malinconia, che si dirama nelle sensazioni epidermiche di un frizzantino pre e un agrodolce post estate, convertendo ogni canzone in una sorta di step cinematico, mentre sfumature fusion umorali, imprevedibilità armonica e vellutato dinamismo si mescolano a groove orecchiabili, stilizzati, trascinanti e ballabili.

Le undici tracce di 6/4 of Love ci consegnano un concept dalla duplice fisionomia emotiva, in cui si alternano la dialettica degli opposti – nell’alternanza e nell’equilibrio tra sogno e realtà, tra mondo interiore e ambiente circostante, tra la luce solare della ragione e la mutabile oscurità delle forme lunari – e l’instabile presenza del tempo, con tutte le sue pulsazioni e oscillazioni regolari e irregolari, con le sue metriche semplici e composte, raccolte all’interno di quel dualismo simbiotico e conflittuale che accompagna e anima i fragili legami della vita, a loro volta intrappolati nella fitta rete dei nostri rapporti interpersonali.

Coadiuvato dai violini della conterranea Maria Isolina Cozzani e guidato dal mix di Carlo Barbagallo, Shiva Bakta riesce a confezionare una tracklist in cui tutti i brani – meno uno, Get Over Me (3+3) – riflettono la sua romantica ossessione per le ariose ritmiche in 6/4, insieme alle varie influenze assimilate nel corso della sua intermittente attività cantautorale: una sensibilità poetica che odora di nu folk acustico d’oltreoceano, di chitarre sognanti e suadenti intrusioni R&B che sfociano nella disco soul di fine anni ’70, in mezzo a luccicanti dilatazioni elettroniche e pennellate cangianti di psichedelia soft che sfumano nelle disincantate e tiepide tinte lounge dei tramonti, rievocando e filtrando quell’immaginario di metà anni ’70 e primi anni ’80 ascrivibile ai territori strumentali di Hall & Oates, Spandau Ballet, Simply Red, Lucio Battisti e Steely Dan.

Secondo Khalil Gibran l’uomo è il fiume che si getta nell’oceano accogliendo e affrontando ciò che accade, prendendo atto che non sarà più ciò che era prima, ma sarà altro e parte di qualcosa di nuovo. Così, Lidio Chericoni si tuffa nel vasto oceano della nostalgia, nelle mezze stagioni del revivalismo, servendosi di quelle unità di misura emozionali in grado di mitigare le derive effimere di un presente che appassisce lentamente, facendosi sempre più sfuggevole.

facebook/shivabakta78

Credits:

Scritto, cantato, suonato, prodotto e mixato da Lidio Chericoni; masterizzato da Carlo Barbagallo

Tracklist:

1. She’s an Alien

2. Where Have You Been

3. Bubble

4. Half an Hour

5. I See You

6. Peace

7. Get Over Me (3+3)

8. Till Tomorrow

9. Sacrifice

10. 6/4 of Love

11. My Fault

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