Segnali di Ripresa
Sacrifice
Marche di Fabbrica
21 aprile 2022
genere: elettronica, elettro-folk, prog techno, krautrock, synth-wave, campionamenti, elettro-rock, jungle
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Recensione a cura di Andrea Musumeci
Dall’incontro tra diverse sfumature della musica elettronica, insieme alle contaminazioni elettrificate del rock, il progetto marchigiano Segnali di Ripresa – con un album e due EP alle spalle – manda alle stampe il suo nuovo lavoro discografico intitolato Sacrifice, edito per l’etichetta Marche di Fabbrica e anticipato dall’uscita dei singoli Colours e Roots.
Nell’intento di voler dare forma a un’ispirazione revivalista in grado di coniugare arte visuale e musica, passando per il dualismo simbiotico tra passato e presente, il trio elettro-folk di Ascoli Piceno – Alessandro D’Angelo: flauto, electronics, Claudio Francesco Baldassarri: voce, synth e Vincenzo Marconi Sciarroni: chitarra – continua ad alimentare, con sentimento antiestetico rispetto all’attuale trend del music business e alla deterritorializzazione culturale, il proprio credo compositivo, la propria esigenza di ricerca fonica, attraverso una tracklist di undici tracce dal taglio decisamente vintage, mescolando l’elettronica di oggi a certa strumentazione rudimentale appartenuta alle precedenti generazioni.
Partendo da quel concept di miscela armonica tra analogico e digitale, nel retaggio di quella psichedelia folk di provincia che si lascia sedurre dal fascino magnetico della contaminazione esotica e dal canto sirenico della sperimentazione, i Segnali di Ripresa riescono a plasmare e modellare una commistione di suoni ed atmosfere eterogenee: dai morbidi tappeti synth-wave anni ’80 ai chitarroni retrò dal groove funky blues, dalla vivacità dei beats afro-jungle alle esplorazioni prog-indianeggianti, dalle distorte vocalità robotiche di matrice daftpunkiana al vorticoso mondo dei numeri kraftwerkiani.
Gli undici brani della release – probabilmente frutto di quelle riflessioni pandemiche che, quantomeno, per un po’, sono servite a rallentare i ritmi compulsivi della contemporaneità – non vivono soltanto di immagini e luoghi remoti, ma li prendono per mano e li trasportano in una differente dimensione creativa, all’interno di una tavolozza densa di ideogrammi, colori e tonalità, facendosi così metafora di molteplici condizioni umorali e ambientali.
Un’opera musicale che si lascia cullare e accarezzare dalle onde impermeabili della nostalgia, di quei legami radicati nelle lande agresti e artigianali del proprio territorio che servono a compensare la disumanizzazione della società a causa del progresso tecnologico.“We are all just prisoners here, of our own device”, cantavano gli Eagles nel lontano 1976.
Sacrifice rappresenta, dunque, un omaggio ai suoni che hanno influenzato le origini del collettivo marchigiano e al contempo quel segnale di ripresa che si sta materializzando all’indomani degli inevitabili sacrifici e delle conseguenti rinunce dovute alla pandemia.
Una radio d’epoca e una vecchia lampadina impolverata – come raffigurato nell’artwork – simboleggiano quel desiderio di riscoprire il valore delle proprie origini, quali opportunità di trasformazione e crescita interiore, insieme a quell’immaginario casalingo e protettivo che la provincia porta con sé, come una seconda pelle.
Membri della band:
Alessandro D’Angelo: flauto, electronics
Claudio Francesco Baldassarri: voce, synth
Vincenzo Marconi Sciarroni: chitarra
Tracklist:
1. Initiation
2. Letters
3. Animals
4. Colours
5. War
6. Lands
7. Numbers
8. Roots
9. Trees
10. Sacrifice
11. Finale
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