Wellworn Banana: recensione di Anytime – 2 aprile 2020

Wellworn Banana

Anytime

MiaCameretta Records/Lady Sometimes Records

2 aprile 2020

genere: shoegaze, punk-gaze,

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Il 2 aprile 2020, per MiaCameretta Records e Lady Sometimes Records, è uscito il primo disco da solista di Ettore Pistolesi, in arte Wellworn Banana, intitolato Anytime.

Ora, per iniziare a parlare di questo progetto dobbiamo fare un doveroso accenno al moniker dell’artista, il quale tradotto letteralmente significa “banana ben consumata”. Se questo pseudonimo può darvi l’idea di celare un doppio senso, sappiate che Pistolesi è già noto nell’underground ciociaro per aver militato in gruppi come i Flying Vaginas, ovvero “le vagine volanti”.

Sarebbe già tutto meraviglioso così, ma musicalmente parlando ci troviamo di fronte a un progetto interessantissimo sotto tutti i punti di vista, dove si incontrano i Velvet Underground, i Sex Pistols, i Blur e persino i Pink Floyd, tutti quanti in estasi e riuniti sotto il credo di Kevin Shields e dei My Bloody Valentine.

Il disco si apre con P., una bellissima canzone acustica che mescola sonorità cantautorali ad atmosfere dream pop e shoegaze, facendoci entrare in punta di piedi in quello che è l’immaginario di Wellworn Banana, fatto di solitudine e pomeriggi dopo-scuola davanti alla TV.

Già dal secondo episodio, Song One, ci viene mostrata una stesura più legata all’indie rock e al punk puro degli anni ’70, una costante che incontreremo anche in Blast Of, Rui Costa (riferita all’ex calciatore di Fiorentina e Milan), e Adele.

Una menzione speciale la merita Grandmother ; qui, l’influenza dei My Bloody Valentine e di un disco come Loveless è palese, già a partire dall’intro, e il brano, a tratti, sembra quasi un tributo alla storica formazione irlandese, seppur anche in questo caso l’artista aggiunga le peculiarità musicali del punk rock conferendo personalità al tutto.

Slow Time torna sui suoi passi e ci ripropone uno stile cantautorale ma, questa volta, in chiave “elettrica”, con una composizione che ricorda tantissimo i Velvet Underground e anche alcune
atmosfere affini a quelle dei Pink Floyd di The Wall, il concept album dei concept album.

Instrumental Song, a differenza di quanto il titolo possa far pensare, non è un brano strumentale, ma semplicemente uno dei passaggi più sognanti e soft del disco, con melodie che ci riportano al britpop degli Oasis e dei Blur e che, forse di riflesso, presenta anche un notevole richiamo alla musica dei Beatles. Cavalcherà quest’onda pure l’ultimo episodio dell’opera, Yo La Song , di matrice dream rock e caratterizzato da ritmiche più lente e rotonde, le quali presentano comunque un tiro sostenuto e i classici riff ripetuti e distorti dello shoegaze.

Possiamo, inoltre, affermare che Anytime è uno di quei dischi che suona come la sua copertina, opera di Irene Scarchilli, dove la sagoma di un uomo si rivolge verso una pianura che sembra piano piano svanire, come in un sogno.

Il mondo di Wellworn Banana, all’epoca Ettore Pistolesi , è quindi un posto dove i colori tendono tutti verso il viola e dove i contorni sfocano lentamente, rilasciando nella musica un’essenza punk-gaze che ha il sapore della malinconia. Very good job!

Alberto Maccagno

TRACKLIST:

1. P.

2. Song One

3. Grandmother

4. Blast Off

5. Slow Time

6. Rui Costa

7. Instrumental Song

8. Adele

9. Yo La Song

FORMAZIONE:

Ettore Pistolesi – voce, chitarra

Andrea Sperduti – batteria

Strueia – basso

Filippo Strang – basso (in Adele e Instrumental Song)

Simone Alteri – chitarra (in Yo La Song )

Giuseppe Mazzoni – chitarra (in Blast Of e Adele)

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