RATS: meteora del rock italiano

Articolo a cura di Luca Paisiello

“Chissà se tu ce l’hai un’idea di cosa sia suonare il rock n’ roll!” (Autogrill)

Nel 1992 girò all’improvviso alla radio un pezzo roboante, di quelli che oggi non si sognano nemmeno più di mandare on air, che colse la curiosità di molti ascoltatori: sopra il ruggito di una chitarra elettrica cantavano grintosi due musicisti. La voce di Ligabue era riconoscibile, mentre l’altra non era familiare, ma accattivante. All’epoca giravi la manopola della radio per trovare qualcosa di intrigante nelle stazioni e beccavi il pezzo già iniziato.

Erano canzoni come Fuoritempo che saltavano fuori all’improvviso ma non potevi fare altro che aspettare la voce dello speaker che dicesse “avete ascoltato i Rats” per capire di chi fosse quella canzone che all’improvviso ti entrava nella testa. Ecco, dopo tante giornate ad aspettare questo annuncio, perché non avevamo Shazam e Internet per chiedere info agli appassionati, scoprire questa nuova band che duettava con quel rocker popolare fu un colpo al cuore.

In realtà i Rats nacquero ben prima del successo commerciale di Indiani Padani, esattamente nel 1979 come Sextones per poi cambiare subito nome, producendo brani dalle sfumature punk e dark finendo sotto gli occhi di Red Ronnie, che li aiutò a farsi un nome con il loro primo album C’est Disco, andato benone soprattutto all’estero e che li fece emergere come una delle produzioni punk italiche di maggior interesse.

Wilko suonava la chitarra e Claudia Lloyd stava al microfono, ma nonostante vennero passati persino alla BBC da John Peel, in Italia si preferì supportare la “italo-disco” che stava vivendo il suo momento di gloria.

Uscita la Lloyd, la band pubblicò nell’85 l’Ep L’Ultimo Guerriero e due anni più tardi il secondo album Rats, realizzando dei tour europei rimanendo comunque ancorati al circuito underground. Nella nuova formazione entrarono Romi al basso e Lor alla batteria, formando con Wilko un trio stabile, e Vivo è la testimonianza live di quel periodo in cui si avevano le idee molto chiare, arrivando infine a partecipare ad una tournee nell’est Europa che promuoveva la loro musica, suonando insieme a due band importanti come Litfiba e i CCCP.

Ligabue fu attratto da questo trio focoso della provincia modenese tanto da volergli proporre una canzone che già aveva suonato nella sua prima band, gli Orazero, e che riscrisse a quattro mani con Wilko. Non c’è ombra di dubbio che Fuoritempo ha fatto da apripista, ma in Indiani Padani emergono sonorità virate verso un rock più diretto e melodico, non meno incisivo, e una capacità di raccontare storie ed emozioni molto personali.

Un disco che con il singolo Chiara aprì le porte al successo nazionale e che li portò a pubblicare negli anni successivi Belli e Dannati e La Vertigine del Mondo, mantenendo una linea generale piuttosto rocciosa, con alcune ballad di rilievo in cui emerge un songwriting sensibile, senza smarcarsi dall’indole punk rock che non li ha mai abbandonati.

Dopo un decennio di silenzio, con Romi finito a Miami a lavorare come architetto e Lor a costruire scenografie teatrali, mentre Wilko continuava a lavorare ad alcune collaborazioni discografiche, la band si ritrova a suonare ancora insieme, producendo un DVD dell’evento al Vox Club di Nonantola. Nel 2012 arriva a sopresa l’Ep Metafisico Equivoco.

Qualche mese dopo i Rats pubblicano Siete In Attesa Di Essere Collegati Con L’Inferno Desiderato, un album intensamente rock che, gettando uno sguardo sui nostri tempi, riceve caldi consensi dai fans ma meno dalla stampa specializzata che preferirebbe i Rats a strizzare l’occhio alle nuove generazioni, dimenticandosi però di aver a che fare con una band che è sempre rimasta orgogliosamente fiera della sua indole punk.

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