Londra, 19 febbraio 1980. Muore all’età di 33 anni Bon Scott, storico frontman e cantante degli AC/DC.
Nel settembre del 1974, Scott divenne ufficialmente il cantante degli AC/DC; con i suoi 28 anni d’età, era nato nel 1946, era il meno giovane del gruppo, ma la sua esperienza permise agli AC/DC di trovare in breve tempo la propria dimensione e quello stile grezzo e stradaiolo che li caratterizzerà per tutti gli anni a venire.
Se fino al 1978 gli AC/DC erano stati un gruppo sì apprezzato, ma essenzialmente non di culto nel panorama musicale mondiale, tutto cambiò con l’album ‘Highway to Hell’ del 1979, nel quale avevano aggiunto varietà e raffinatezza ai propri brani, senza comunque distaccarsi dalle proprie radici e dal proprio stile.
Con ‘Highway to Hell’ gli AC/DC sfondarono per la prima volta nella top ten inglese e nella top 20 statunitense.
Il tour mondiale si era da poco concluso e il gruppo stava raccogliendo idee e spunti per il nuovo album quando, il 19 febbraio del 1980, si consumò il giorno più tragico della loro storia: Bon Scott fu trovato morto a Londra, all’interno di una Renault 5 di un amico.
Anche se permangono alcuni punti oscuri sulla vicenda, secondo la versione ufficiale e più accreditata Scott fu vittima dell’ingestione di una quantità eccessiva di alcool, e allo stesso tempo di una tragica e sfortunata serie di eventi: dopo aver partecipato a una serata di bevute di whisky, Bon e l’amico, il cui nome corrisponderebbe ad Alistair Kinne, si diressero verso casa di quest’ultimo.
Avendo notato che Bon s’era addormentato ed era troppo ubriaco per svegliarsi e dirigersi verso l’appartamento, l’amico lo coprì con una coperta e lo lasciò in macchina; quando 15 ore dopo l’amico si svegliò e controllò la macchina, si accorse che Scott era ancora incosciente e lo portò di corsa all’ospedale di King’s College. All’arrivo all’ospedale Bon Scott era già deceduto; la possibilità che Bon sia morto soffocato dal proprio vomito in uno stato di incoscienza causata dall’alcool, e la possibilità che la temperatura oltremodo rigida dell’inverno londinese gli abbiano causato una congestione sono state spesso citate come ipotesi sull’accaduto, ma non comparirono nel verdetto medico ufficiale secondo il quale il decesso fu dovuto a intossicazione acuta da alcool.
Proprio nel momento in cui gli AC/DC trovarono il successo e la loro forma migliore, la morte di Bon Scott pareva aver concluso nel modo peggiore e più inaspettato la loro avventura e persino la loro carriera. L’annuncio dello scioglimento del gruppo, secondo molti osservatori esterni, sembrava solo questione di tempo.
Diversi giorni dopo, Malcolm e Angus si ritrovarono per provare del nuovo materiale.
Come testimoniato da entrambi, nessuno al momento aveva idee precise su cosa sarebbe stato degli AC/DC o della loro carriera di musicisti: la musica fu una sorta di terapia al periodo di sconforto e di smarrimento che stavano vivendo.
Le sessioni di prova diedero comunque coraggio e morale ai fratelli Young, che decisero che il gruppo non poteva fermarsi, e che Bon stesso non avrebbe voluto lo scioglimento del gruppo al quale s’era tanto dedicato. Il resto della storia, si chiama Brian Johnson.
Nel 1997 venne pubblicato il cofanetto commemorativo Bonfire, interamente dedicato a Bon Scott e contenente tre cd con registrazioni dal vivo e rarità risalenti al periodo in cui Scott era il cantante del gruppo.
«Ero sposato quando entrai nel gruppo e mia moglie disse: “Perché non scrivi una canzone su di me?” Così io scrissi “She’s got balls”. E lei chiese il divorzio.» (Bon Scott)
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