Gli Amble al Globe di Cardiff: il live report

Live report a cura di Stefania Milani

Una sequenza di concerti può essere interpretata in tanti modi, soprattutto quando si va per generi e stili sempre diversi. La serata che sto per raccontarvi è stata senz’altro di defaticamento rispetto all’alto voltaggio dei precedenti concerti a cui ho assistito nel mese di febbraio.

Partiamo dal locale, il Globe di Cardiff: atmosfera raccolta, intima, dal nome che evoca epoche shakespeariane, dove la musica si fa teatro e si esprime nella sua autenticità. Lasciamo quindi le grandi arene per goderci un evento per pochi intimi e intenditori.

Non ricordo nemmeno come ho scoperto questa band di recente formazione: appena ho sentito le prime sonorità sono stata subito conquistata. Gli Amble si sono formati nel 2023 con l’intento di animare qualche pub irlandese, poi, come raccontato da loro stessi fra un brano e l’altro, hanno constatato l’immediato consenso e hanno lasciato il loro lavoro di insegnanti per tentare un tour, positivamente portato a termine. Un’ascesa continua che nella prossima estate li porterà ad aprire alcuni concerti di Hozier negli Stati Uniti.

Stile country folk, con quell’immancabile timbro irlandese che sazierà il gusto di chi si nutre di Dubliners e generi affini. Evidenti anche le influenze di Paolo Nutini per una serata completamente acustica, che si è snodata fra accordi piacevoli e aneddoti freschi.

I brani che più hanno coinvolto il pubblico, inclusa la sottoscritta che già li aveva fra i preferiti: Little White Chapel, Lonely Island, Of Land and Sea, Mary’s Pub, ma suggerisco l’intera playlist, magari in compagnia di una buona crema al whiskey e luci soffuse. In particolare, Of Land and Sea ha trovato una connessione speciale qui in Galles, terra che si specchia con l’Irlanda e condivide il verde delle colline, un clima molto simile e lo stesso carattere amichevole.

Una menzione speciale va a Sam Wilkinson, questo giovanissimo ragazzo di nemmeno vent’anni (già vincitore del talent show The Voice Kids a dodici anni) che ha aperto l’esibizione mostrando capacità di scrittura dei testi e una spiccata maturità personale, deliziandoci con chitarra e armonica, attraverso evidenti influenze che rimandano a Bob Dylan. Ne è uscita fuori una serata piacevole, che riconcilia con il lato romantico della musica e la sua capacità di coinvolgere le anime ancor prima delle persone.

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