
Per percorrere le interminabili strade di Los Angeles e sopportare gli infiniti tempi di trasferimento ci vuole un motivo valido. Il concerto di Steve Hackett all’Orpheum Theatre, a Downtown, era certamente fra questi.
Il 13 novembre ho avuto la fortuna di assistere al primo dei due concerti che l’ex chitarrista dei Genesis ha tenuto nella città californiana, ed è stata un’esperienza di quelle che non si dimenticano. L’attesa in coda davanti al teatro era già rassicurante: in una città complicata per chi viaggia da solo, tra i fan del progressive rock – considerati tra i più miti e rispettosi – si scambiavano due chiacchiere amichevoli, qualche parola tra sorrisi e una convinzione granitica: questa è musica seria.

L’appuntamento faceva parte delle 28 date del tour Genesis Greats, Lamb’s Highlights and Solo. Il concerto si sviluppa in due parti, con una pausa di 20 minuti, per due ore e mezza, quasi tre, di puro piacere musicale, appartenente a quel filone Prog Rock perfettamente incarnato da gruppi come i Genesis, i Pink Floyd, Peter Gabriel, per citare alcuni esempi.
Il primo set è un insieme di nove canzoni dello Steve Hackett solista. Voglio menzionare Circo Inferno, una spirale teatrale, dantesca, vibrante e coinvolgente, che rimbomba per tutte le pareti della sala, facendoci scendere agli inferi sulla scia di un sax perfettamente dosato.

Il secondo set viene introdotto dallo stesso chitarrista in ricordo della “boy band” di cui faceva parte, come solo l’ironia di un grande può chiamare un gruppo come i Genesis. Le standing ovations si susseguono mentre assistiamo non a un semplice suono della chitarra, ma a una meticolosa opera artistica creata pizzicando quelle corde con precisione quasi maniacale.
Tra una canzone e l’altra c’è spazio per ricordare che il concerto cade proprio nel triste anniversario del Bataclan, e un’iniziativa benefica a ricordo delle vittime e della Nick Alexander Music Trust fa parte integrante della serata. I 25 minuti di Supper’s Ready conquistano definitivamente la platea a chiusura del concerto, prima degli encore.
È tempo di chiamare il taxi e tornare in camera, tra le luci dei grattacieli che si specchiano sui finestrini dell’auto e l’eco di quella musica stratosferica ancora nelle orecchie, colonna sonora perfetta per una città piena di profondi abissi e contrasti, coperti dalla distesa infinita di luci sfavillanti, perfetta illusione psichedelica dall’alto delle colline californiane.
Steve Hackett Band Members:
Steve Hackett – Guitar & Vocals, Nad Sylvan – Vocals, Roger King – Keyboards, Rob Townsend – Sax, Flute, Percussion, Keys, Vocals
Jonas Reingold – Bass & vocals
Craig Blundell – Drums & vocals

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