Cheap Trick
All Washed Up
(BMG)
14 novembre 2025
genere: power rock, garage blues, rock’n’roll, classic rock, boogie rock
_______________
Recensione a cura di Andrea Musumeci

A quattro anni da In Another World e dopo circa venti milioni di album venduti, oltre all’ingresso nella Rock and Roll Hall Of Fame, i Cheap Trick tornano con All Washed Up, ventunesimo disco in studio pubblicato da BMG. Registrato tra Nashville e Los Angeles e prodotto insieme a Julian Raymond, l’album conferma la sorprendente vitalità dei titani del power-rock del Midwest.
Il frontman Robin Zander lo presenta così: “È Cheap Trick. Suona come noi. Ha un lato buono, uno cattivo e uno brutto. Un altro grande album della migliore rock band del mondo”. Una dichiarazione che riassume alla perfezione l’orgoglio e lo spirito del quartetto di Rockford, Illinois.
Il titolo All Washed Up – letteralmente “finito” o “stanco” – richiama ironicamente All Shook Up del 1980 e mette in scena l’autoironia della band, che al contrario sfoggia un groove fresco ed energico. Il sound affonda nel classic rock anni ’70 e ’80, fondendo power-pop, garage blues, hard rock, boogie e melodie dal tocco beatlesiano, evidente nel brano The Best Thing.
La copertina, ambientata in una lavanderia a gettoni con lavatrici colorate e il nome della band sul muro, gioca sul tema del “lavare via” il passato. Le quattro macchine possono rappresentare i membri del gruppo e le loro esperienze, mentre la scritta Cheap Trick ribadisce la solidità della loro identità.
A cinquant’anni dagli esordi, Rick Nielsen (chitarra), Robin Zander (voce e chitarra), Tom Petersson (basso) e la new entry Daxx Nielsen (batteria) restano fedeli al loro marchio di fabbrica: un rock’n’roll della vecchia scuola, tanto british quanto americano, a dimostrazione di come certi desideri non invecchino affatto.
Il disco alterna momenti stop-and-go grintosi, riff incisivi, refrain orecchiabili e fraseggi dal potenziale radiofonico a passaggi più distesi, giocando sul dialogo continuo tra chitarre robuste e melodie limpide e trascinanti. C’è il rock da stadio di All Wrong Long Gone, la carica frizzante del boogie-glam di Dancing With The Band, mentre Bet It All evoca atmosfere lisergiche e crepuscolari alla Alice Cooper.
Fra i singoli spicca Twelve Gates, mid-tempo sleaze rock dal taglio springsteeniano. La titletrack, All Wrong Long Gone e The Riff That Won’t Quit puntano invece su dinamiche energiche e riff incendiari alla AC/DC prima maniera, sintetizzando lo stile della band: “Gotta reach down inside your heart, if you wanna play the blues”.
Tracce come Bad Blood, A Long Way to Worcester e Love Gone mostrano una malinconia orchestrale quasi bowieana, mentre Wham Boom Bang chiude il disco con un finale swingante e travolgente. In generale, i testi della release riflettono cambiamenti, resilienza e rapporti complessi, raccontando il passare del tempo con ironia e immediatezza, in sintonia con il carattere strumentale dei brani.
Pur attingendo a sonorità vintage, la band riesce ad evitare ogni forma di prevedibilità, con canzoni che catturano subito e continuano a risuonare nella mente. Nei suoi quaranta minuti di riff pirotecnici e melodie sognanti, All Washed Up risveglia una centrifuga di emozioni dimenticate e ci guida in un viaggio nella memoria, senza mai scadere nell’effetto nostalgia. I Cheap Trick – spesso sottovalutati – confermano così il loro rock’n’roll coinvolgente, animati da una passione genuina e viscerale che va oltre ogni logica commerciale, offrendo una vitalità elettrica che oggi più che mai rappresenta una boccata d’aria fresca.
Tracklist:
1. All Washed Up 2. All Wrong Long Gone 3. The Riff That Won’t Quit 4. Bet It All 5. The Best Thing 6. Twelve Gates 7. Bad Blood 8. Dancing With The Band 9. Love Gone 10. A Long Way To Worcester 11. Wham Boom Bang
Membri della band:
Robin Zander: voce e chitarra, Rick Nielsen: chitarra, Tom Petersson: basso, Daxx Nielsen: batteria

© 2025, Fotografie ROCK. All rights reserved.
