18 giugno 1984.
I Van Halen pubblicano il singolo Panama, tratto dall’album 1984.
Lo so, guardare quei video musicali anni ’80 è parecchio nostalgico, anche se, riguardando quei video, torna a galla la nostra memoria hard rock impolverata, messa in naftalina, e magari si scoprono dettagli che all’epoca ci erano sfuggiti.
Negli anni ’80, i videoclip diventarono una nuova forma d’arte, o almeno è quello che ci lasciarono credere, e servivano principalmente a pubblicizzare un album, a promuovere l’immagine della band ed infine a convincere le persone ad ascoltare ed acquistare il prodotto musicale.
Una semplice e geniale operazione di marketing.
Negli anni ’80 i video musicali furono un’opportunità, un trampolino di lancio, o un disperato ripiego, per molti registi che non riuscirono a sfondare nel mondo del cinema.
In alcuni casi il video musicale funzionò davvero anche dal punto di vista cinematografico, e così qualche regista riuscì a coronare il sogno di girare film veri; basti pensare a David Fincher, che dopo una lunga carriera, o gavetta, come regista di video per molti cantanti famosi, arrivò a fare film straordinari divenuti dei cult movie come Seven e Fight Club.
Sono stati proprio i Van Halen a fare la storia dei video musicali, a lanciare quel nuovo tipo di marketing, che prevedeva video live ma senza pubblico, cioè videoclip che facessero credere che fosse un vero e proprio evento live, in cui c’era l’effetto live, ma dove il pubblico non veniva mai inquadrato.
Questa tecnica permetteva di inquadrare gli artisti da vicino e di far conoscere meglio la band; nemmeno se ti fossi trovato veramente in prima fila ad un concerto dei Van Halen saresti stato così vicino a David Lee Roth, come succede nei loro videoclip.
Però, nel caso dei Van Halen, il video live con il pubblico lo potevi girare veramente: i Van Halen furono i primi a fare un esperimento del genere, ed infatti il video di Panama si apre con una lunga inquadratura dei Van Halen che suonano davanti a un pubblico enorme, come solo loro erano capaci di radunare.
A quel punto era chiaro chi fosse la più grande band del pianeta.
Il video di Panama in sé, fondamentalmente, non ha una storia logica, anzi diciamo che non ha proprio una storia vera e propria, ma ci fa semplicemente vedere i componenti della band durante diverse esibizioni dal vivo, mentre oscillano sul palcoscenico appesi a delle corde, il ché ci regala un’immagine dei Van Halen un pò animalesca, selvaggia, ma allo stesso tempo giocosa e adolescenziale.
I Van Halen avevano già fatto un un live video per il brano Unchained nel 1981, ma il video di Panama è decisamente più curato, ci mostra davvero la personalità della band, anche con immagini girate fuori dal palco, come quella in cui David Lee Roth, con addosso soltanto un asciugamano e un paio di manette, viene trascinato fuori da un albergo da due poliziotti.
Chissà quale grossa cazzata aveva combinato il caro David per essere stato arrestato dalla polizia.
Ovviamente il motivo non ci verrà mai spiegato.
Però, l’effetto sorpresa è che alcuni secondi dopo, David era di nuovo libero, e lo vediamo mentre beve birra insieme agli altri della band.
Tutto questo è un pò la sintesi del decennio degli Ottanta, così bizzarro, edonista, maschilista e surreale, in cui il paradosso rappresentava semplicemente una caratteristica di quei tempi.
Potevi sniffare coca delle chiappe di una puttana d’alto borgo (il riferimento implicito alla serie tv Californication è del tutto casuale), ed un minuto più tardi eri su un palco, legato ad una corda, ad oscillare e a fare il coglione davanti ad una folla di trentamila persone.
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