Andrea Laszlo De Simone: recensione di Immensità – 8 novembre 2019

Andrea Laszlo De Simone

Immensità

42 Records

8 novembre 2019

genere: rock cantautorale

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L’8 Novembre 2019, per la 42 Records, è uscito Immensità, il primo EP di Andrea Laszlo De Simone.

Ora, chiamare “EP” il disco del cantautore e musicista torinese è piuttosto riduttivo e, per certi versi, troppo generico vista la composizione musicale del lavoro. De Simone è uno dei musicisti più stimati e particolari dell’underground italiano, presentando
un’immagine al quanto estemporanea e uno stile musicale che orbita intorno a differenti generi e culture.

L’opera è composta da soli quattro brani da considerarsi come un tutt’uno, per scelta dell’artista, che ha deciso di pubblicarli anche sotto la veste di una suite di 25 minuti circa, la quale è
disponibile sia in digitale che in vinile.

Nella musica di De Simone andiamo ad incontrare una serie di influenze piuttosto distanti una dall’altra: la musica italiana degli anni ’60, con le sue linee melodiche e canore ben definite, la
musica classica, sia per una questione di arrangiamenti orchestrali che di “idea” musicale, il cantautorato italiano, sia quello “blue” di un artista come Luigi Tenco che quello più audace e
liricamente contorto di Franco Battiato, e alcuni concetti del rock progressivo, soprattutto quello di matrice classica de Le Orme, etc.

A tutto questo si sposa anche l’immagine dell’artista, con capelli lunghi e mossi e baffi senza barba, di chiaro richiamo ’60-’70, un po’ figlio dei fiori. D’altronde, lo stesso De Simone cita, tra le sue ispirazioni, artisti molto diversi come Battisti, i Radiohead, Domenico Modugno e IOSONOUNCANE.

Dal punto di vista vocale, la stesura delle melodie e delle armonie segue quella del disco, addirittura applicando un filtro che dà l’idea di ascoltare qualcosa di datato, direttamente dal passato, ma conoscente di tutta una serie di evoluzioni musicali successe nel tempo. L’aspetto lirico del progetto, come già detto in sintesi, è univoco ma contiene tutta una serie di atmosfere diverse fra loro.

I test presentano, infatti, una vena di romanticismo piuttosto amara, da poeta di altri tempi, che mette in guardia la propria amata o i propri cari, siano questi reali o meno, sulle difficoltà e sulle intemperie che la vita pone e porrà lungo il cammino, lasciando spazio al ramo più esistenzialista ed angosciato del disco. Questa si manifesta con una frase chiave all’interno di Conchiglie, la canzone di coda del lavoro: “Niente potrà tornare a quando il mare era calmo”.

Questa malinconica frase suona anche come un canto del cigno prima della resa, un ultimo sforzo nel comunicare quello che si prova prima di sentirsi definitivamente travolti.

Particolari, oltre che piacevoli, sono l’introduzione di Mistero, di matrice piuttosto sperimentale, che seguirà ad avvolgere il brano per tutto il tempo, nonostante il “raddrizzarsi” di questo, come un velato sottofondo e il rumore di un’automobile, con tanto di freccia accesa, che si sente all’interno di Conchiglie.

Questa, isolata un po’ dopo la metà del brano, ci riporta per un attimo alla vita quotidiana, ai rumori della città e del mondo moderno, facendoci scendere dalla nuvola sognante ed eterea in cui De Simone aveva tentato, dolcemente, di intrappolarci.

Ad ascolto finito, ci sentiamo reduci da un qualcosa fuori dal tempo ma estremamente contaminato da questo, in grado di assorbirne tutti i colori e di rimescolarli al fine di crearne uno personale con cui dipingere l’Immensità.

Alberto Maccagno

* * *

Tracklist:

1. Immensità

2. La Nostra Fine

3. Mistero

4. Conchiglie

Formazione:

Andrea Laszlo De Simone- chitarra acustica, voce

Damir Nefat – chitarra

Daniele C – basso, cori

Filippo Cornaglia – batteria

Zevi Brodovach – tastiere

Anthony Sasso – cori, percussioni

Inoltre, hanno partecipato al progetto aggiungendosi alla band:

Giulia Pecora – violino

Clarissa Marino – violoncello

Stefano Piri Colosimo – tromba, flicorno

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