Creedence Clearwater Revival: Cosmo’s Factory

Benvenuti nel 1970, al concludersi delle rivolte studentesche del 1968, della stagione dell’amore e della grande musica di Woodstock.

Le radio fremono per gli innumerevoli successi dei più stravaganti artisti, partendo da Elton John, proseguendo per i Doors, giungendo al culmine con Janis Joplin, che di qui a poco ci lascerà.

C’è un’altra grande band in circolazione, da qualche anno ormai, ed è di loro che voglio parlarvi oggi e di un altro di quei memorabili dischi che compiranno mezzo secolo nel 2020.

I Creedence Clearwater Revival, proprio nel luglio del 1970, realizzano un disco pronto per solcare le alture dell’olimpo: Cosmo’s Factory.

La fucina cosmopolita di San Francisco vede la nascita di un album che viene annoverato da Rolling Stone tra i 500 migliori dischi di tutti i tempi.

Possiamo intuirlo anche da noi approdando alla traccia numero tre, Travelling Band. Un accattivante rock & roll alla vecchia maniera. A sporcarla sono le venature graffianti della voce del mitico John Fogerty. Con un’impronta decisamente rockabilly, sembra prendere spunto direttamente da un brano di Little Richard, con tanto di urletti magici.

Proseguendo nel viale dell’old wild west di Cosmo’s Factory, troviamo Looking Out my Backdoor. Canzone che potrebbe tranquillamente allietare uno di quei vecchi film spaghetti western. Suonata interamente in levare, ci accompagna tra le campagne della Virginia e i cieli tersi dell’Alabama.

Le atmosfere cangiano con il sopraggiungere di una canzone dalle vibrazioni decisamente più cupe: Run Through the Jungle. Brano che non perde la verve del gruppo e nemmeno la durezza della voce di Fogerty. Il testo è una dichiarata protesta contro la guerra del Vietnam, che nel 1970 era ancora in pieno svolgimento.

Who’ll Stop the Rain ci riporta sulle strade dell’America del Sud con suoni dolci e al contempo malinconici, come solo un vero brano country rock sa evocare. Persino Fogerty sembra rilassare la voce e sussurrare quel tipico languore nostalgico.

Cosmo’s Factory contiene un omaggio magistrale all’immenso Marvin Gaye.
I Creedence registrano una superba rivisitazione di I Heard It Through the Grapevine.

L’album si conclude con Long As I Can See the Light. Traccia che richiama la potenza emozionale del blues, pur mantenendo lo strascico rock & roll.

Cosmo’s Factory è un album da ascoltare in macchina durante un lungo viaggio, perchè questi pezzi hanno la capacità di toccarci dentro. Come dei vecchi amici, questi pezzi paiono conoscerci nel profondo e forse è proprio questo il segreto della loro intramontabile bellezza.

Simona Iannotti

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