Feel Spector
Feel Spector
Microclimate Records
1 ottobre 2020
genere: synth rock, darkwave, psych, dreamy, proto-punk
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Recensione a cura di Alberto Maccagno
Il primo ottobre 2020, per Microclimate Records, è uscito l’omonimo debutto discografico dei Feel Spector.
Diciamo che è un po’ come andare in piscina; appena entri l’acqua è sempre gelata e rimani un po’ scioccato, ma una volta che ti abitui alla temperatura cominci a stare bene e a goderti il momento.
Le sonorità cupe e ossessive di Feel Spector attingono a piene mani dalla musica di fine anni ’60 e inizio anni ’70, dal proto-punk degli Stooges (Pink Pale Toes, Have You Ever Seen The Light) e dalla sperimentazione, rumorosa e psichedelica, dei Velvet Underground.
Non mancano, inoltre, alcune deviazioni ed eccezioni durante l’ascolto, in grado di sfumare i colori dell’opera e di conferirne di nuovi, come nel caso di Seacide (brano dall’incedere country-blues ma realizzato in chiave sperimentale), la cinematografica ed emozionale Bodhi Waves e Slightly All
Night, che presenta una stesura vocale in stile Marilyn Manson (e quindi molto anni ’90) ma condita in un mood decisamente vintage.
Ad ogni modo, si tratta di una produzione ricca di riferimenti storici e stilisticamente complessa, la quale richiede, senza dubbio alcuno, ben più di un ascolto per essere apprezzata e colta nella sua essenza.
Indovinata e riassuntiva risulta essere anche la conclusiva We’ll Let You Know, canzone che dopo un’apertura dreamy e violacea si riporta sui più canonici binari artistici che caratterizzano l’intero
lavoro.
In ultima analisi, possiamo affermare come il progetto Feel Spector sia retrò senza essere vecchio, in grado di incuriosire e coinvolgere l’ascoltatore rifacendosi a un’ormai lontana (ma non per questo superata) tradizione rock.
Tracklist:
1. Nine Degrees
2. I’m Goin’ Home
3. You Little Doll
4. Seacide
5. Pink Pale Toes
6. Have You Ever Seen The Light
7. Bodhi Waves
8. Slightly All Night
9. We’ll Let You Know
Formazione:
Fab Valley – chitarra, voce, organo, Rhodes & Devices
Gab Chi – feedback and drone guitar, Pocketoperator Microsynth
Manu Cau – basso
Jan Soderbergh – batteria, percussioni
The Spectorettes – cori
Gasparotti – synth
Pitto – basso
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