Gintsugi: recensione di Gintsugi

Gintsugi

Gintsugi (EP)

Beautiful Losers

23 settembre 2022

genere: elettronica, room ambient, library, sonorizzazioni, alternative rock

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Registrato e mixato con Victor Van Vugt (stesso produttore di album come Murder Ballads di Nick Cave e Stories From The Cities di PJ Harvey) al Riverside Studios di Berlino nell’agosto del 2020, è uscito l’EP d’esordio omonimo della polistrumentista italo-francese Luna Paese – in arte Gintsugi – edito per l’etichetta veneziana Beautiful Losers.

Un’opera che, a pochi mesi dalla sua realizzazione e senza nessuna etichetta disposta a distribuirla, ha rischiato di scomparire dalla circolazione e scivolare per sempre nel dimenticatoio: “un suicidio commerciale”, come l’ha definito la stessa autrice. È stato provvidenziale l’interessamento di Andrea Liuzza (proprietario della label Beautiful Losers), il quale, rimasto letteralmente folgorato dalla sua bellezza espressiva, lo ha immediatamente assorbito nel proprio roster per riprogrammarne la distribuzione. Quando è il caso di parlare delle cosiddette “sliding doors” della vita.

Il nucleo tematico di questo disco ruota intorno alla bellezza delle cose rotte, attraverso il dualismo tra concetto estetico di restauro della ceramica secondo la tradizione artigianale giapponese e la possibilità di riparare le imperfezioni causate dalle ferite dell’anima, restituendo qualcosa di risanato, di maggior pregio: una sorta di crossover tra musica e immagini, di analogia tra cultura occidentale e filosofia orientale, di connessione tra sfera emotiva e corporale, in cui il tempo si veste da elemento riparatore di cicatrici, da antidolorifico passeggero in grado di riempire come può la malinconia degli spazi intimi e stuccare con polvere d’argento le profonde crepe del passato.

Le cinque tracce di Gintsugi – dai contenuti fortemente autobiografici e con una spiccata sensibilità stilistica derivante da artisti del calibro di PJ Harvey, Everything But The Girl, Björk e Nick Cave – si riflettono all’interno di un affresco visionario dai contorni fiabeschi, dove vocalità celestiali, inquiete e sensuali si mescolano a ritmiche alt-rock dal groove ipnotico (Blind), insieme a tonalità minimali, chiaroscurali e riverberate che, impreziosite dall’impiego del violoncello di Lee Caspi in Blind e Spiraling Down e del violino di Yemi Gonzales in Your Ghosts e Spiraling Down, si dilatano fino ad assumere forme eteree ed impalpabili.

Una spirale di sonorità ed atmosfere volte a far emergere zone d’ombra e vulnerabilità, a catalizzare quello che è il carattere poetico e viscerale della cantautrice italo-francese; un collage di ingredienti che, probabilmente, presi separatamente, non avrebbero alcun significato, ma se inseriti dentro una precisa combinazione riescono a creare una raffinata rete di cristalli, mettendo in evidenza quei punti di rottura che, influendo sul nostro equilibrio psico-emotivo, ci mostrano l’essere umano in tutta la sua caducità e fallibilità, in quella posizione di finitezza che alcuni – auspicandone un potenziale – vedono addirittura come un’opportunità.

In mezzo a quella condizione di smarrimento che risiede nel simbolismo della foresta (Spiraling Down), tra nuvole di demoni e fantasmi che aleggiano sul proprio inconscio (“Saw the ghosts in the forest, The lost lovers, Saw the ghosts in the forest, Your lost”), Gintsugi si ritrova a danzare in punta di piedi su quel sottile filo di speranza wendersiana, come una trapezista che si allena per vincere il suo disagio terreno ed esistenziale, come un angelo berlinese che dall’alto assiste ai tormenti della contemporaneità, a quell’epidemia di cecità che per José Saramago era allegoria di degrado etico.

Così, passione epidermica e dramma ardono all’interno di questa release come un fuoco tenue che d’improvviso si increspa quando si aggiungono ramoscelli secchi, andando a riscaldare con pazienza il ricordo di tutti quei momenti trascorsi tra speranza e disperazione, e scivolati via come fiumi di seta tra le dita, come delicati arpeggi di pianoforte che rievocano il fascino misterioso degli antichi carillon.

facebook/gintsugi

Scritto e suonato da Gintsugi

Credits: Lee Caspi: violoncello in Blind e Spiraling Down; Yemi Gonzales: violino in Your Ghosts e Spiraling Down

Tracklist:

1. Your Ghosts

2. Blind

3. Spiraling Down

4. Disarray

5. Outro

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