23 marzo 1976.
I Judas Priest pubblicano l’album ‘Sad Wings of Destiny’.
C’è sempre stato un confine sottile tra hard rock ed heavy metal. Confine, a volte, indefinito.
Siamo partiti dal blues energico e distorto dei Led Zeppelin, passando attraverso gli assoli di chitarra dei Deep Purple, e la visione oscura e gotica dei Black Sabbath, fino ad arrivare ad identificare un nuovo tipo di songwriting, per quello che poi sarà l’heavy metal negli anni ’80, uno dei generi più longevi e di successo della storia della musica.
Il fenomeno dell’heavy metal raggiunge la sua massima definizione, staccandosi definitivamente dall’hard-rock, verso la fine degli anni ’70, con la cosiddetta new wave del metal inglese: gruppi come Iron Maiden, Motorhead e Judas Priest definirono il suono classico di quel genere, che diverrà seminale per la nascita di altri sottogeneri metal proprio durante gli anni ’80.
Metal progressivo ed oscuro che porta avanti le atmosfere gotiche dei Black Sabbath ed aumenta la potenza del suono chitarristico e la velocità d’esecuzione.
I Judas Priest di ‘Sad Wings of Destiny’ del 1976, in pratica, anticiparono suoni ed atmosfere che saranno tipiche di alcuni sottogeneri metal negli anni ’80, come thrash metal e death metal, e soprattutto rappresentarono l’iconografia di tutto il genere.
Pezzi come ‘Tyrant’, ‘The Ripper’ e ‘Prelude’ rimarranno immortali, così come la musica dei Judas Priest.
I Preti di Giuda porranno le basi per quello che sarà il versante oscuro del metal negli anni ’80.
La maledizione del tempo che passa inesorabile, attraverso le tristi ali del destino.
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