Kiss: recensione di Dynasty

Recensione a cura di Andrea Musumeci

23 maggio 1979. I KISS pubblicano Dynasty, l’album dell’era disco-rock per la band newyorkese, quello di I Was Made For Loving You, per intenderci.

Il 1978 si concludeva con il film Kiss Meets the Phantom of the Dark e la decisione di non andare in tour per promuovere l’uscita dei quattro dischi solisti dei componenti dei KISS.

I KISS stavano attraversando un periodo di problematiche: quelle legate alla droga per il batterista Peter Criss e la delusione di Ace Frehley in merito alla nuova direzione sonora intrapresa dalla band.

Ace Frehley era un conservatore del rock and roll classico, la sua mentalità da rocker era estranea ai giochi di potere delle mode e del business discografico, un pò quello che fu David Lee Roth a metà degli anni ’80 per i Van Halen. Fatto sta che nel 1979 i KISS erano diventati la band più famosa d’America.

Gene Simmons nel 2002 disse: “Arrivammo in testa alla classifica Gallup delle rock band per tre anni di fila. Al secondo posto c’erano i Beatles, seguiti dai Bee Gees e Led Zeppelin. Eravamo così rappresentativi che era difficile immaginare di poter diventare più famosi”.

Ma al di là delle problematiche, lo “show” dei KISS doveva continuare. E così è stato. Due sono le cose certe nella vita: la morte e i “farewell concert” dei KISS.

La fine degli anni ’70 fu caratterizzata dall’esplosione del nichilismo punk, da un lato, e della dance music dall’altro. Il punk implose prima ancora di arricchire i “parrucconi” della discografia, mentre la disco music divenne sempre più popolare, trainata dalla sua radice black e soul.

Il contesto in cui si sviluppò fu la discoteca, che proiettò, ante litteram, il business discografico verso quello che sarebbe stato l’edonismo del decennio successivo, offrendo, quindi, una nuova “gallina dalle uova d’oro” da scoprire e sfruttare economicamente.

Gloria Gaynor, Diana Ross, Donna Summer, Barry White, Village People, Earth Wind & Fire (solo per fare qualche nome famoso) avrebbero fatto le fortune delle case discografiche, mentre il film La Febbre del Sabato Sera, con un giovane John Travolta, avrebbe rappresentato il simbolo di quella cultura e della fine degli anni ’70.

Tornando ai KISS. I produttori della Casablanca Records volevano per forza inserire i KISS in quel contesto dance: del resto, l’immagine della band era ormai un entità autonoma, che brillava di luce propria anche senza il supporto della musica, basti pensare al successo del loro merchandising. Secondo Bogart e Aucoin, era possibile conciliare il rock dei KISS alle luci stroboscopiche della discoteca.

E così, il 23 maggio del 1979, esce Dynasty, la dimensione dance dei KISS: distorsioni e volume delle chitarre ridotti, sound meno aggressivo, e maggior risalto invece all’immagine stroboscopica e luccicante della band. Tutto era più colorato, come si può intuire già dalla copertina dell’album.

Immagino che per un fan dei KISS, all’epoca, dev’essere stato abbastanza traumatico l’approccio a Dynasty, quasi un pugno nello stomaco: basso saltellante e batteria pulsante aprono uno dei brani più popolari e meno rock della loro intera discografia, I Was Made For Loving You, seguiti dai cori in falsetto alla Bee Gees.

Nonostante la delusione e lo scetticismo di Ace Frehley, il suo apporto nel songwriting di Dynasty è addirittura maggiore rispetto a quello di Gene Simmons, che in questo capitolo ha un ruolo quasi di secondo piano.

Ma colui che incarnava meglio questa dimensione soul, dance, ruffiana e androgina, era sicuramente Paul Stanley; infatti, le due tracce più rappresentative, I Was Made For Loving You e Sure Know Something, sono sue creature, brani senza tempo della discografia dei KISS e del rock in generale.

Il gradino più basso del podio di Dynasty spetta, a mio avviso, alla cover di 2000 Man dei Rolling Stones, cantata da Ace Frehley. Non me ne vogliano i fan degli Stones, del resto sono anch’io un loro fan, ma la versione di Ace è decisamente migliore, conseguenza diretta di un lavoro di produzione di alto livello. Però, il testo è opera degli Stones, “I am having an affair with a random computer”. Gli Stones avevano già previsto il futuro.

Dynasty è un album divertente ed importante, propedeutico alla comprensione dell’evoluzione dei KISS e, al contempo, alla sua contestualizzazione culturale. I dinosauri si sono estinti tante ere geologiche fa, proprio perché non sopravvissero al cambiamento delle condizioni climatiche. I KISS, invece, sono sopravvissuti a tutto, perché si sono sempre adeguati al cambiamento dei tempi.

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