Led Zeppelin: recensione di Led Zeppelin III

Recensione a cura di Chiara Profili

5 ottobre 1970. I Led Zeppelin pubblicano il loro terzo album, ovvero Led Zeppelin III.

La band si era formata solo due anni prima, dopo l’esperienza di Jimmy Page negli Yardbirds, nella quale il chitarrista aveva coinvolto, a metà del ‘68, anche Robert Plant e John Bonham.

In breve tempo, con l’ingresso anche di John Paul Jones, i New Yardbirds erano diventati i Led Zeppelin e avevano sfornato, l’anno seguente, ben due dischi di successo, nei quali avevano chiaramente impresso il loro marchio di fabbrica.

Un marchio nel quale è ben inciso il termine hard rock, una matrice che stamperà le pagine della storia della musica nei decenni a venire.

Con questo terzo album, i Led Zeppelin cementificano quello che era il loro stile già nei due dischi precedenti, tendendo però anche al folk e ritornando al blues.

La prima traccia è Immigrant Song, il biglietto da visita ideale per un lavoro che, sebbene abbia atmosfere più rilassate rispetto a Led Zeppelin II, è uno dei più apprezzati della band inglese. Con Immigrant Song ritroviamo gli accenti hard rock di Whole Lotta Love, in un pezzo che influenzerà molto anche l’heavy metal nel decennio successivo.

Seguono due brani più soft, ma comunque ispirati nel sound, con interessanti armonie e giri di chitarra. Il cantato di Plant, supportato dalla ritmica della batteria di Bonzo, dà forza a Celebration Day, mentre Jimmy Page si sbizzarrisce con la sua chitarra nell’altro pezzo puramente hard rock di questo album, ovvero Out On The Tiles.

Il resto del disco ondeggia tra le melodie blues di Since I’ve Been Loving You, pezzo meravigliosamente struggente, e le atmosfere folk del brano tradizionale Gallows Pole.

Altro pezzo da citare è la ballad acustica Tangerine, che fa da preludio agli ultimi tre brani, anch’essi acustici e anch’essi molto folk.

Una menzione per la bellissima copertina: un artwork interattivo, pieno di fori e con un disco rotante al suo interno, che consente a chi ha in mano il CD o il vinile di alternare le piccole immagini raffigurate, rendendola così, sempre diversa.

Questo album, in conclusione, getta le basi per quello successivo, che sarà da molti considerato come il migliore della band, ed è esso stesso un capolavoro; un disco che ha contribuito a cambiare il panorama musicale post-Beatles, dando nuova linfa all’hard rock, del quale è pioniere.

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