Mars Era: recensione di Oniro

Mars Era

Oniro

Argonauta Records

19 febbraio 2021

genere: post-metal, psych rock, heavy psych, post-grunge

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

A distanza di quattro anni dall’esordio con il concept album “a tinte marziane” Dharmanaut, la band fiorentina Mars Era dà seguito a quel percorso concettuale mandando alle stampe il suo secondo lavoro discografico intitolato Oniro, e consolidando, al contempo, il sodalizio professionale con la Argonauta Records, etichetta indipendente genovese fortemente attiva sul territorio toscano, e non solo.

I Mars Era (progetto nato nel 2014 da un’idea di Michelangelo Verdelli alle chitarre, Tommaso Tassi alla batteria, Davide Ferrara alla voce e Leonardo Storai al basso) vengono da Firenze, come gli Eileen Sol e Le Pietre Dei Giganti, e dalla Toscana come i The Roozalepres, Vesta e Supernaughty.

In questo secondo capitolo, i Mars Era, sotto l’aspetto strumentale, allentano quegli impulsi stoner e grunge che avevano contraddistinto l’origine del loro spartito sonoro per dirigersi alla volta di un’ispirazione più articolata e meditativa, e che, nei suoi contenuti latenti, si immerge nella dimensione psichica, enigmatica e simbolica delle narrazioni oniriche di matrice freudiana.

Spostando, dunque, l’attenzione dal perimetro desertico del pianeta rosso ad un livello di espansione mentale che mescola allucinazioni e mitologia greca, in un “non luogo” nel quale realtà e sogno si confondono tra loro fino ad intrecciarsi su un unico asse, le sei tracce di Oniro, nel loro incedere ruvido e geometrico, e manifestandosi quale tramite metaforico tra il volere divino e gli uomini, mettono in evidenza il lato oscuro dell’essere umano, tra fobie, insoddisfazioni, alienazioni, ossessioni ed esperienze extracorporee (note con l’acronimo OBE, dall’inglese Out of Body Experience).

Ogni elemento strutturale dell’opera si muove verso una dimensione ultraterrena di metempsicosi, reincarnandosi e materializzandosi attraverso sonorità aritmetiche ed atmosfere psicotrope, entrambe legate al cordone argenteo di cascate acustiche magiche e liqueformi, ed intrappolate all’interno degli strani labirinti dell’anima, sulla soglia di una porta magica, oppure nello spazio temporale della trascendenza cosmica.

Il quartetto fiorentino, forte di un sound cupo, abrasivo, potente, duttile, ipnotico, algebrico e liturgico, recupera contaminazioni eterogenee che vanno dalla corrente psichedelica pluviale dei ’70 alla turbolenza emotiva del post-grunge, dalla tensione percussiva e tribale di estrazione afro-beat ai riff grattugiati e granitici del metal classico, dalle dilatazioni foniche dei Porcupine Tree alla volumetria neo-progressive e arabeggiante dei Tool, immaginando di essere guidati dal tocco sciamanico di Adam Jones.

Una visionarietà magnetica di litanie vocali sussurrate che deflagrano all’improvviso nel silenzio della notte, per poi perdersi nella totale amnesia del risveglio: quello di Oniro è un viaggio verso l’ignoto, un tragitto circolare che passa dalla veglia al sonno e dal sonno alla veglia, dividendosi tra il surreale universo kafkiano e l’immaginario visuale kubrickiano, inseguendo il suo satori nel flusso magico di dinamiche ascendenti e discendenti, di rallentamenti e accelerazioni, e nel valore onirico dell’arte.

https://www.facebook.com/mars.era.live/

Membri della band:

Michelangelo Verdelli: chitarre

Tommaso Tassi: batteria

Davide Ferrara: voce

Leonardo Storai: basso

Tracklist:

1. OBE

2. Into The Pyramid

3. Brighter Than The Sun

4. The Chicken’s Wardrobe

5. Cyclone

6. The Last Breath To Wake Up

Credits:

Registrato e mixato da Marco Leggio e masterizzato presso il GreenFog Studio di Genova

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