25 agosto 1988.
Esce …And Justice For All, il quarto album in studio per i Metallica.
Si tratta del primo disco registrato insieme al bassista Jason Newsted (dopo la morte di Cliff Burton avvenuta nel 1986) nonché l’ultimo coprodotto insieme a Flemming Rasmussen.
Questo disco verrà ricordato per la difficoltà nel riuscire ad ascoltare il basso, registrato ad un volume praticamente impercettibile. Lo stesso Newsted commentò al riguardo: “…And Justice for All non era qualcosa che sentivo realmente dentro di me, perché il basso non si sente per niente”.
Il disco infatti fu fortemente criticato per la quasi totale mancanza del suono del basso. A rivelare dei retroscena sulle fasi di lavorazione e di missaggio di quel disco fu Steve Thompson.
Secondo il tecnico del suono, la decisione finale sul suono fu presa interamente dal batterista Lars Ulrich che arrivò in studio con una precisa idea del suono di batteria che voleva; un suono ben definito anche a discapito degli altri strumenti.
Stando a quanto raccontò Thompson nell’intervista al magazine Ultimate Guitar: “Abbiamo dovuto fare i suoni per la batteria esattamente come li voleva. Io non ero molto entusiasta della cosa. Mi disse: ‘Vedi il basso, devi ridurre il suono al minimo, al livello che sia appena udibile nel mix’. All’inizio pensavo che stesse scherzando, ma non era così e continuò a farmelo abbassare. Cercai conforto anche in James Hetfield ma non ci fu nulla da fare”.
Jason Newsted fu penalizzato ed il grande rammarico di Thompson fu quello di aver oscurato una grande performance di Jason Newsted.
In pratica, si può tranquillamente affermare che …And Justice For All è a tutti gli effetti un duetto chitarra e batteria, oltre alla voce possente e sempre più glaciale di Hetfield. È vero, il volume del basso è pressoché impercettibile, ma diciamolo: come picchia la doppia cassa di Ulrich.
Era il 1988, i Metallica pubblicavano …And Justice For All, i Megadeth realizzavano So Far, So Good… So What!, Ozzy arruolava Zakk Wylde per il suo disco No Rest for the Wicked; i Queensrÿche uscivano con Operation: Mindcrime, i Living Colour con Vivid, i canadesi Voivod con Dimension Hatröss, i Testament con The New Order, gli Slayer con il capolavoro South of Heaven, gli Helloween con Keeper Of The Seven Keys Part 2 e i Jane’s Addiction pubblicavano la pietra miliare Nothing’s Shocking.
Con …And Justice For All, i Metallica abbandonarono le orme dei dischi precedenti: un’opera dedicata all’amico scomparso, che non aveva il suono grezzo di Kill ‘Em All, né tantomeno l’immediatezza sonora di Ride The Lightning e Master Of Puppets.
La durata media delle canzoni aumentò, le tracce divennero più articolate e studiate in ogni minima parte, con molti più fraseggi tecnici rispetto agli album precedenti.
Questo disco contiene pezzi storici della discografia dei Metallica: la opener Blackened, la titletrack, One, Harvester of Sorrow, Eye of the Beholder, The Shortest Strow, Dyers Eve ed il bellissimo brano strumentale To Live is To Die dedicato a Cliff Burton.
I testi toccano temi sociali, tra cui la fine del mondo, la Schizofrenia dell’essere umano e la giustizia, quest’ultima ormai dimenticata dalla società, come già esplicitamente raffigurato nell’artwork.
…And Justice For All è anche l’album che terrà a battesimo il primo videoclip dei Metallica per il singolo ‘One’; un evento epocale per la band californiana, se teniamo conto delle dichiarazioni dei Metallica stessi in merito a certe mosse pubblicitarie. Secondo una parte della critica, uno dei migliori concept video di tutti i tempi è stato proprio One dei Metallica.
Quando lo girarono fu un evento, perché per loro era il primo video, ed eravamo ormai rassegnati e convinti che non ne avrebbero mai fatto uno. “Se qualcuno vuole sapere se faremo mai videoclip per Mtv, la risposta è no”, disse il batterista Lars Ulrich nell’estate del 1988, “non ci interessano, e l’Headbanger’s Ball è una cazzata”.
Quando però la band cominciò a vendere dischi a palate, si fece furba e cedette alle pressioni di MTV. Usarono immagini del film E Johnny prese il fucile, del 1971, per costruire un capolavoro di sette minuti e ventiquattro secondi che riuscì ad essere molto più bello del film originale.
Le immagini del video di One le conoscono tutti; c’è un soldato che ha perso le braccia, le gambe, la vista, l’udito e la voce. Ma la cosa interessante è che, se non guardiamo il video, è pressoché impossibile capire di cosa parli la canzone.
Molti puristi dicono che l’aspetto negativo dei video è stato quello di impedire alle persone di dare alla musica il significato che volevano.
Ormai anche interpretare le canzoni è diventato un fenomeno collettivo e, senza dubbio, un freno per la creatività adolescenziale.
… And Justice For All, con buona probabilità, segnò la fine della splendente epoca del thrash metal degli ’80, lasciando il posto, nel decennio successivo, ad un nuovo modo di concepire il metal, e soprattutto all’esplosione del fenomeno grunge.
In conclusione, al netto dei vari detrattori fondamentalisti, possiamo dire tranquillamente che …And Justice For All è, ancora oggi, un disco imprescindibile.
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