Mixotri
Vorrei Bastasse Tutto Questo
Overdub Recordings
02 aprile 2024
genere: alternative rock italiano, psych blues, groove funk, grunge
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Recensione a cura di Andrea Musumeci
A distanza di cinque anni dall’esordio discografico con Prospettive Dall’Oblio, i Mixotri tornano in scena con il secondo album intitolato Vorrei Bastasse Tutto Questo, edito per Overdub Recordings e anticipato dall’uscita dei singoli Levante e Non Ti Piace Questo Posto Che Ti Piace.
In questo nuovo step autorale, nel “mix & try” di attivismo sociale e ricerca artistica, l’alternative rock band emiliana – composta da Enrico Mercati alla voce, Riccardo Palmieri e Francesco Bertoni alle chitarre, Andrea Barbari alla batteria e Alessandro Bottura al basso – continua a perseguire e perfezionare il proprio trademark compositivo, affidandosi alle suggestioni remote di una retrospettiva musicale che riconduce alla controcultura e al sound alternative-rock degli anni 90 e primi duemila, tanto nel timbro evocativo di matrice statunitense, alternando episodi dal groove energico ed elettrificato a momenti più melodici e introspettivi (con inserimenti di trame funk, jazz-prog e psichedelia blues), quanto nel riflesso di quella che è stata la proposta alt-rock made in Italy, con rimandi a Marlene Kuntz, Ritmo Tribale, Karma, Verdena e Zen Circus.
Sotto l’aspetto tematico, secondo quella che è la propria percezione del confronto-scontro con la società contemporanea, e nel tentativo di evidenziare una sorta di corrispondenza selettiva tra emozioni e paesaggi, i Mixotri provano a immergersi nelle profondità delle complessità umane, tra fragilità, insicurezze e crisi d’identità, cercando di individuare i colpevoli dei nostri mancati decolli: “colpa della radio, colpa del pianeta, colpa di quel libro, colpa di una bestia rara, colpa del demonio, colpa anche tua”.
Il concept di Vorrei Bastasse Tutto Questo, nella contrapposizione tra la contemplazione esterna di un mare calmo e l’inquietudine di uno stato d’animo interiore (come raffigurato nell’artwork di copertina), ruota attorno alla necessità di riappropriarsi di un’autenticità sempre più condizionata dalla pressione di quelle convenzioni (dittature) sociali che noi stessi abbiamo contribuito a creare. La “spensierata società dei consumi”, come amava definirla Pasolini, ha profondamente trasformato le persone, nei sentimenti, nel modo di pensare e di vivere, dando loro altri modelli culturali, insieme all’illusione di essere felici e liberi di scegliere.
Vorrei Bastasse Tutto Questo è, dunque, un invito alla riflessione e all’introspezione, che mette in evidenza storie comuni di disagio quotidiano nei confronti del cosiddetto conformismo di massa: “rimpiazzo persone banali come me, è facile pensare di averne abbastanza, complicato è invece confessare il pensier proprio”.
Un viaggio che si consuma in mezzo a traumi, desideri posticipati, mancanze, contrasti, contraddizioni, frammenti di esperienze autobiografiche e l’ingenuo ottimismo di aver creduto a un mondo migliore dopo la pandemia. Ma così, purtroppo, non è stato. Eppure, nonostante tutto, c’è chi, come i Mixotri, continua a rinnovare il suo credito con la speranza, con le vecchie illusioni, ripartendo da una rigenerata urgenza di ricerca personale. D’altronde, ci sono cose, più di altre, che resistono alle intemperie del tempo, lasciando tracce indelebili.
Tracklist:
1. È Tutto Inverno 2. Non Ti Piace Questo Posto Che Ti Piace 3. Le Luci 4. Levante 5. (uscita) 6. Elvis 7. Vivien 8. Cassiopea 9. (entrata) 10. Non So Chi Sono
Membri della band:
Enrico Mercati alla voce, Riccardo Palmieri alla chitarra elettrica e acustica, Francesco Bertoni alla chitarra elettrica, Andrea Barbari alla batteria e Alessandro Bottura al basso
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