Moonlogue
Sail Under Nadir
autoproduzione
3 luglio 2020
genere: alternative rock, space rock, elettronica sperimentale, prog rock
_______________
Il 3 luglio 2020, sotto autoproduzione, uscirà Sail Under Nadir, il debut album dei Moonlogue.
Prima di iniziare è doveroso fare una premessa divisa in due parti: la prima è che stiamo parlando di un’opera alternative rock. La seconda, se possibile, è che dobbiamo dimenticarci di questa cosa. Dare una definizione stilistica precisa a questo disco significa, in qualche modo, intaccarne il valore intrinseco e comprometterne la varietà artistica.
Sail Under Nadir fa convergere in esso i fondamenti del prima citato rock alternativo con elementi provenienti da generi come lo space rock e l’elettronica sperimentale, mescolando il tutto con dosi abbondanti di progressive rock e melodie tra il pop anni ’80 e l’immaginario più dreamy.
Trattandosi di un progetto prevalentemente strumentale, le composizioni godono di ampio respiro
e di conseguente libertà espressiva. Queste, infatti, raccontano una storia che va al di là delle parole, mettendo in contrasto lame di luce celestiale con attimi di profonda tenebrosità e conferendo un equilibrio chiaroscuro a tutti gli episodi che compongono la scaletta.
Inoltre, anche nei frangenti più azzardati e sperimentali (come Treeless e Zwangslage) non diventano mai astruse, rimanendo godibili e apprezzabili. La canzone migliore e maggiormente esplicativa di quanto finora asserito è Grains, la quale presenta una sonorità smooth che fa incontrare una chitarra graffiata (e graffiante) con una tastiera
delicata e sognante; il tutto su di un bellissimo tappeto ritmico.
Dal punto di vista “lirico”, se così possiamo definirlo, l’album si fa carico di un messaggio socio -politico importante, fotografando attraverso spoken molto ben contestualizzati un immaginario
distopico-realistico (ahinoi) di degrado sociale e di emergenza ambientale.
In ogni caso, 00 (brano di chiusura della release) lascia aperta una porta di speranza verso un ultimo possibile cambiamento, decidendo di non avvalersi di una Orwelliana struttura circolare ma dedicando un piccolo spazio al buon auspicio. Anche il titolo della traccia sembra voler proporre una possibilità di ricominciare, “venendo prima” (in ordine numerico) rispetto a quella d’apertura proposta dal gruppo torinese.
In conclusione, possiamo affermare che Sail Under Nadir sia uno dei lavori meglio riusciti nel suo genere, in grado di comunicare molto attraverso melodie e ritmiche e poche (ma mirate) parole,
facendo dei Moonlogue una delle sensazioni nascenti di maggiore curiosità.
Alberto Maccagno
TRACKLIST:
1. 01
2. Graphite
3. Estéban
4. Grains
5. Borderland
6. Moonflares
7. Nuage
8. Treeless
9. Zwangslage
10. Rainyard
11. 00
FORMAZIONE:
Lorenzo Riccardino: chitarra elettrica
Mattia Calcatelli: batteria
Federico Mao: basso
Edoardo Campo: sintetizzatori, sequencer
Alessandro Osella: chitarra acustica in Estéban
Cesare Mecca: trombe in Borderland
Tutti i testi sono interpretati da Oliver Hutchinson , professore australiano di letteratura inglese.
© 2020, Fotografie ROCK. All rights reserved.