Nowhere: recensione di Have You Done This Before?

Nowhere

Have You Done This Before?

Beautiful Losers

27 giugno 2025

genere: psych-folk, jingle jangle, folk acustico, dream-folk

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Il talento silenzioso di Roberto Bonfissuto può essere finalmente ascoltato.

Have You Done This Before?, pubblicato da Beautiful Losers, è l’esordio postumo di Nowhere, nome d’arte di Roberto Bonfissuto, musicista polistrumentista e cantautore scomparso troppo presto, che ha lasciato dietro di sé una manciata di brani mai pubblicati, rimasti per anni chiusi in hard disk e cartelle di famiglia.

A recuperarli è stato suo fratello Giulio, che li ha condivisi con Andrea Liuzza dell’etichetta Beautiful Losers. Grazie al lavoro di recupero e restauro di quest’ultimo, ne è nato un album suddiviso in due parti: la prima contiene le versioni completate e arrangiate da Andrea Liuzza, la seconda raccoglie i demo originali di Roberto, per un totale di nove canzoni dal carattere confidenziale, romantico, disincantato e umbratile, che sembrano provenire da un luogo indefinito, da un antico amore a metà tra ricordo e visione.

Il titolo stesso, Have You Done This Before?, è di per sé una domanda sospesa: “Hai mai provato questo prima?”. Una frase enigmatica ed evocativa che non cerca una risposta definitiva, non dà spiegazioni, ma si concede liberamente a molteplici interpretazioni, a seconda della propria percezione.

Il disco si apre con My Youth – una riflessione forse nostalgica sulle mutevoli e inafferrabili stagioni della vita, quando il tempo non dà appigli ma sembra scivolare come sabbia tra le dita – e si chiude con Say Goodbye, brano profetico che sembra già svelare il suo triste destino. Tra questi due estremi si muove tutto il mondo di Nowhere: fragile e personale.

Quello di Have You Done This Before? è un immaginario musicale in cui si intrecciano disorientamento poetico, sensibilità melodica e un’inquietudine sotterranea che lascia trasparire echi di Beat Generation. Il disco prende forma attraverso un caleidoscopico mosaico sonoro dai profumi retrò, dove tessiture folk e suggestioni psych-rock si fondono con evanescenti atmosfere dream-folk e ampi riverberi dalle tinte jangle-pop. Riferimenti che aggiungono sfumature al ritratto di un artista capace di muoversi con brillantezza e discrezione tra giocosità, estraniamento e intimità.

C’è Syd Barrett nei passaggi più obliqui e nel luccicante strumming acustico di psichedelia folk meteoropatica (I Like You, I’m Like You). Affiorano richiami alle emozioni agrodolci dei Love di Forever Changes, con un’armonia che sembra giungere da un’altra epoca. Non manca il tocco etereo di Nick Drake, tanto nelle atmosfere malinconiche quanto nella delicatezza delle chitarre. Qua e là emerge persino un soul lento, fumoso e ovattato che ricorda i Black Keys nei loro momenti più dimessi (I Want A Piece Of Life).

Si avverte anche l’influenza dei Beatles più introspettivi e visionari – quelli di Strawberry Fields, Girl, Nowhere Man, Across The Universe e I’m The Walrus – in brani come Don’t You Wanna Take My Gun? e Say Goodbye, dove la melodia si piega su se stessa, assumendo traiettorie sfocate e allucinate.

Anticipato dal singolo Call Me Maybe, l’album è permeato da una vocalità slacker, morbida e indolente, che si intreccia a temi come desiderio e disillusione, facendo di Nowhere un racconto autobiografico delle proprie fragilità, dei propri paesaggi interiori. Il senso di smarrimento esistenziale è quindi emblematico, a partire dal titolo stesso e dall’espressione artistica che lo anima.

Fluttuando dunque all’interno di uno spazio quasi extrasensoriale, in equilibrio sottile tra sogno e realtà, Have You Done This Before? non è soltanto un omaggio sincero o un atto di memoria da parte di chi ha voluto bene a Roberto Bonfissuto, ma l’unicum musicale di un talento scomparso prematuramente, e che solo oggi possiamo davvero ascoltare. In un presente in cui tutto si consuma rapidamente e si dimentica ancora più in fretta, quest’opera ci rammenta che ogni tanto è necessario rallentare per ricordare, ed ascoltare davvero.

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