The Fizz Fuzz: recensione di Palmyra – 1 marzo 2020

The Fizz Fuzz

Palmyra

Taxi Driver Records

1 marzo 2020

genere: blues rock, country folk cantautorale, rock and roll

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Il 1 marzo 2020, per Taxi Driver Records, è uscito Palmyra, il nuovo album dei The Fizz Fuzz.

Il duo californiano, formato dai congiunti (erano giorni che sognavo di dirlo, pardon) Dandy e Dawn Brown, ci propone un lavoro di matrice blues-rock, ma con diverse contaminazioni dal mondo country e cantautorale.

Procediamo con ordine: musicalmente, ci troviamo di fronte a un’opera di interessantissima composizione, la quale segue una sorta di evoluzione e trasformazione col progredire dell’ascolto, donando una sensazione di continuità alle canzoni che la compongono.

Hereby, primo singolo estratto dal CD (di cui esiste anche il video ufficiale su Youtube), apre le danze portandoci in un’atmosfera leggera e melodica, dove un cantato vagamente ridondante
conferisce un tocco di “ claustrofobia ” al tutto, grazie a un’anima cupa che sorregge anche il secondo episodio del progetto, ovvero Collapse.

Queste due tracce dall’incedere potente e scuro, subiscono un improvviso cambio di “programma” dal terzo atto del disco, Dark Horse II , il quale presenta una musicalità più delicata ed emozionale,
oltre che una delle linee vocali migliori dell’intero progetto. Si tratta di uno dei brani migliori di Palmyra, assieme alla successiva Shame, che si aggiudica il
primato assoluto per gusto personale, e alla penultima Loose Lips, che ci riporta al rock and roll proposto in apertura (seppur in chiave leggermente più “solare”).

Possiamo, dunque, affermare che l’opera si svolga in un susseguirsi di stanze, la prima più rock e cupa, la seconda (sicuramente quella più corposa) decisamente blues e d’atmosfera, un ritorno ai colori della “prima” nel penultimo brano dell’album e una chiusura acustica e delicata, con Sunkissed, a mettere la firma sulla riuscita del lavoro.

L’aspetto vocale è formato da caratteristiche ben precise, con linee melodiche e azzeccate, esaustive sotto tutti i punti di vista, compreso, ovviamente, quello interpretativo, e con un picco di “sentimento” nella piacevole Conditional Love, dove a farla da padrona è la voce leggera di Dawn
Brown.

Se dovessimo cercare una pecca effettiva dal punto di vista canoro, la troveremmo nell’uguaglianza delle due stesure (maschile e femminile) quando queste vanno a sovrapporsi, eliminando, quindi,
qualunque possibilità di armonizzazione e/o variazione sul tema.

In conclusione, possiamo sottolineare come Palmyra sia un disco sperimentale, alla ricerca di nuove commistioni tra blues, rock, country e, persino, qualche accenno di pop, al fine di rendere il lavoro dei coniugi Brown, The Fizz Fuzz, appetibile e piacevole per diverse categorie di “orecchie”.

Oltre al duo californiano, il disco vede la partecipazione di Dave Angstorm, Steve Earle, Mike Callahan, Alice Albertazzi, Gianfranco Romanelli e Mark Engel.

Alberto Maccagno

TRACKLIST:

1. Hereby

2. Collapse

3. Dark Horse II

4. Shame

5. Conditional Love

6. Dear Old

7. Loose Lips

8. Sunkissed

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