New York, 20 marzo 1991.
Eric Clapton perde tragicamente il suo figlioletto Conor, di 4 anni, avuto da Lory Del Santo.
Il bimbo cadde dal 53º piano di un grattacielo a New York dell’appartamento dove si trovava con la madre, si dice a causa di una finestra lasciata aperta da una domestica.
Per alcuni mesi Eric Clapton è distrutto, poi cercò di superare il dolore, o almeno di lenirlo, scrivendo una canzone.
Ha solo il primo verso, “Would you know my name if I saw you in heaven”, “Sapresti il mio nome se ti vedessi in paradiso?”, e non vuole andare avanti.
Si rivolge allora a Will Jennings, celeberrimo compositore con cui Clapton sta lavorando alle canzoni del film ‘Rush’.
Jennings è perplesso, non vorrebbe lavorare a qualcosa di così personale e insiste affinché sia Clapton a terminare il brano, ma alla fine cede e scrive ‘Tears in Heaven’ che, inserito all’ultimo momento nella colonna sonora del film, diventa un successo mondiale, classico caso di canzone la cui fama oscura quella del film.
Altro esempio è ‘Knockin on Heaven’s Door’ di Bob Dylan, che travolse il film ‘Pat Garrett and Billy the Kid’.
‘Tears in Heaven’: un brano amaramente dolce e davvero straziante.
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