The Great Saunites: Intervista – 19 marzo 2020

Il 2 marzo 2020 è uscito PGTGS, lo split album condiviso da Palmer Generator e The Great Saunites, edito per Bloody Sound Fucktory, Brigadisco Rec., Il Verso del Cinghiale Records.

I The Great Saunites sono un duo rock avant-garde proveniente da Lodi, composto da Marcello Groppi e Angelo Bignamini, in attività già da un decennio. La proposta musicale dei due musicisti è una session rock sperimentale dalle forme mutevoli, che raccoglie stili e influenze del passato e li mescola al proprio schema cromatico senza concedere punti di riferimento.

Noi di Fotografie Rock abbiamo avuto il piacere di intervistarli e, così, di approfondire il loro interessante progetto artistico.

FR: I The Great Saunites sono un duo rock avant-garde di Lodi. Come nasce questo progetto e l’idea del nome della band?

TGS: The Great Saunites nasce un po’ di anni fa ormai, circa 2008/2009, come duo basso/batteria. L’idea è stata quella di rompere un po’ gli schemi delle precedenti esperienze musicali, da qui la formazione per cosi’ dire anomala e i primi esperimenti caratterizzati da un sound chiaramente diverso dall’attuale ma per scelta, mai troppo diretto e immediato. Al momento di trovare un nome abbiamo pensato a varie possibilità, basandoci più sull’impatto del nome stesso che su un reale significato che dovesse starci dietro. The Great Saunites prende spunto da un videogioco di ruolo ambientato al tempo delle guerre puniche, dove Saunites era un grande condottiero cartaginese, solo in seguito abbiamo scoperto esservi un riscontro anche a livello storico. Sostanzialmente al nostro orecchio doveva suonare come un nome evocativo, che si sposasse bene con il tipo di musica che avevamo in testa. L’altra cosa divertente è il fatto che abbia sempre tratto in inganno i più, sia a livello di pronuncia, che soprattutto di scrittura, potremmo infatti citarne le più disparate varianti.

FR: Quali sono le influenze stilistiche del passato che hanno avuto un impatto sul vostro concetto di musica?

TGS: Possiamo inquadrare due o tre fasi nella nostra storia di gruppo underground, fasi in cui il sound si è evoluto di pari passo con delle inevitabili influenze parallele. Si è partiti con un’impronta più strutturata e granitica, ci siamo poi evoluti verso territori maggiormente kraut, fino a destrutturarci in un qualche cosa che allo stato attuale noi stessi fatichiamo a focalizzare, ma che sicuramente fa riferimento a un discorso di improvvisazione e maggiore estemporaneità. Dovessimo addentrarci nel nominare dei filoni musicali più o meno recenti che ci hanno influenzati, potremmo menzionare tutto l’immaginario krautrock/kosmische musik tedesca degli anni ’70, band come Faust, Can, Tangerine Dream, Cluster, etc., cosi come il filone post punk e noise americano, dai This Heat, agli Swans stessi, più recentemente i Wolf Eyes.

FR: Il 2 marzo scorso avete pubblicato lo split album PGTGS insieme ai Palmer Generator. Il vostro brano si intitola Zante. Per caso, c’entra qualcosa la famosa poesia di Ugo Foscolo? È da considerarsi come metafora di ricerca della propria patria spirituale?

TGS: Lo split appena uscito in collaborazione con i Palmer Generator trova ispirazione in un concetto generale di grecità che ha influenzato l’artwork in primis e in secondo luogo anche i titoli. Zante fa riferimento nello specifico all’isola greca, in passato al centro delle battaglie tra Spartani e Ateniesi e si ricollega in un certo modo anche al brano dei Palmer. Il titolo si può dire che sia nato in contemporanea, se non in una fase di poco successiva alla stesura del brano e come spesso ci accade non ha attinenza specifica con la musica in sé. L’eventuale legame con la poesia di Foscolo e con il concetto metaforico di ricerca di una patria spirituale è quindi puramente casuale, essendo la nostra musica strumentale diciamo pero’ che ci si potrebbe vedere all’interno un qualsiasi significato o forma di interpretazione, basta chiudere gli occhi e crederci! Detto ciò, ci teniamo a ringraziare Maria Teresa per l’ispirazione sul titolo del brano.

FR: Zante dura ben 19 minuti e vede la partecipazione di Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea, Uncode Duello). Com’è nata questa collaborazione? È una prima volta, oppure avete già avuto modo di suonare insieme in passato?

TGS: Siamo molto amici oltre che grandi fan di Paolo Cantù, del quale abbiamo da sempre stimato il percorso e l’integrità artistica. Nel corso degli anni abbiamo condiviso il palco con lui e in un’occasione c’e’ stato anche modo di fare una jam live insieme. L’idea di coinvolgerlo è stata dettata principalmente dalla consapevolezza che avrebbe potuto arricchire la nostra musica con qualcosa di diverso, il clarinetto ad esempio è uno strumento che non è mai comparso in una composizione TGS. La performance è stata totalmente improvvisata sul momento, in linea con il mood di tutto il brano.. è stato un buona la prima e non poteva essere altrimenti, vista la spiccata sensibilità musicale di Paolo.

FR: Dopo diversi anni di militanza nelle scene underground, tra intrecci sonori e schemi cromatici non convenzionali, quale grado di maturità compositiva hanno sviluppato i The Great Saunites?

TGS: Onestamente non sapremmo dire a che livello possa considerarsi la nostra maturità compositiva allo stato attuale, la filosofia del progetto Saunites è sempre stata quella di non porsi troppi paletti stilistici. Amiamo discutere sul da farsi e, perché no, avere un atteggiamento critico e di “rottura” nei confronti di ciò che è stato fatto. Diciamo che l’indecisione potrebbe continuare a spronarci a fare qualcosa di nuovo, così come portarci alla totale stasi creativa. Speriamo che chi ascolta TGS possa farsi un’idea più precisa, lasciamo parlare la musica.

FR: Dopo questo singolo, dove può arrivare la musica d’avanguardia dei Great Saunites? Qual è la prossima sponda da raggiungere?

TGS: Siamo i primi a non conoscere esattamente quale sarà la direzione da intraprendere o la prossima meta, pensiamo pero’ che questo non sia da considerarsi come un aspetto necessariamente negativo, per metterti in gioco non devi mai coltivare troppe certezze. Speriamo certo di continuare a divertirci suonando! Grazie per lo spazio e l’attenzione che ci avete riservato.

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