Siberia: recensione di Tutti Amiamo Senza Fine – 29 novembre 2019

Siberia

Tutti Amiamo Senza Fine

Sugar Music/Maciste Dischi

29 novembre 2019

genere: new wave, synth rock, soft rock, cantautorato

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Tutti Amiamo Senza Fine dei Siberia, pubblicato da Sugar Music (in collaborazione con Maciste Dischi) il 29 novembre 2019, è veramente un disco italiano. Non credo sia possibile trovare dentro questo influenze musicali che vengano d’oltreoceano o da altri stati d’Europa e questo, perché no, è anche un bene.

Lo stile del gruppo si fa sentire già dall’apertura, col brano omonimo del disco. Le melodie sono chiare, dolci e limpide, sia nel cantato che nell’aspetto strumentale e i testi sono poetici, malinconici e ricchi di metafore. Ci sono molte citazioni a personaggi come Ian Curtis, a cui è dedicata proprio una canzone, a Marlon Brando, Edith Piaf e a tutto quel mondo “cult” di cinema e musica che caratterizza molti testi dell’attuale indie pop, o It-Pop, italiano.

I famosi “bicchieri mezzi vuoti” e le “sigarette dentro ai bar” che danno sempre quel tono un po’ malinconico alle canzoni. Musicalmente, si trova un’alternanza evidente tra brani più lenti, accompagnati da pianoforti e
chitarre acustiche che ricordano più una certa branca del cantautorato italiano e della musica d’autore, e altri più ritmati e, spesso, sottolineati da sintetizzatori e tastiere molto anni ’80, tipiche delle produzioni degli Stadio prima e dei Thegiornalisti poi (fino a qualche anno fa).

Piangere ricorda un po’ anche alcune canzoni de Lo Stato Sociale, come ad esempio Niente Di Speciale, con un taglio decisamente romantico, mentre l’intro di Sciogliti riporta alla mente la musica italiana degli anni ’60, con gruppi come i Dik Dik, i Giganti o i Camaleonti. Le linee vocali dei brani sono semplici ma efficaci, essendo molto orecchiabili, e per certi versi simili a quelle dei Baustelle, nella stesura, nell’intenzione e anche un pochino nel timbro della voce, seppur meno profondo.

Sicuramente, i cantati della band livornese sono più emozionali e sentimentalmente interpretati
rispetto a quelli di Bianconi & Co, più riflessivi, disincantati e decadenti. Nonostante le tante influenze fin qui citate, mi preme sottolineare come Tutti Amiamo Senza Fine rimanga un disco dalla chiara identità, permettendo di disegnare i contorni di uno “stile Siberia”.

L’ascolto di questo evidenzia una vena sempre aperta e tributante della vita, anche nei suoi aspetti più malinconici e tristi, che dà un colore roseo a tutte le emozioni e alla poesia contenuta nell’opera. Un disco fatto di fiori, baci, ferite e lacrime, dall’atmosfera notturna e ideale per quelle giornate estive che ci fanno tornare in mente “quei” momenti (ognuno ha i suoi).

Il concept del disco viene perfettamente sintetizzato nella canzone di chiusura, Peccato, dove il cantante della band ed autore di tutti i brani, Eugenio Sournia, usa l’espressione “penne alla catena
dei ricordi”.

Cosa si può aggiungere? Sicuramente che quello dei Siberia è un disco che vuole essere empatico, intimo e, in qualche modo, nudo di fronte all’ascoltatore, un album che non si vergogna dei propri sentimenti e delle proprie debolezze ma che, anzi, va a cercare e magari ad incontrare quelle del fruitore. Un disco che accompagna, che fa riflettere, magari piangere e ideale da ascoltare in macchina (possibilmente non da soli, se ne potrebbero scoprire altre incredibili funzionalità).

Alberto Maccagno

* * *

Tracklist:

1. Tutti Amiamo Senza Fine

2. Ian Curtis

3. My Love

4. Piangere

5. Non Riesco A Respirare

6. Mon Amour

7. Sciogliti

8. La Canzone Dell’Estate

9. Carnevale

10. Mademoiselle

11. Peccato

Formazione:

Eugenio Sournia – voce, chitarra, tastiere

Cristiano Sbolci Tortoli – basso

Luca Pascual Mele – batteria, percussioni

Matteo D’Angelo – chitarra.

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