AIM: recensione di Gravity – 16 marzo 2020

AIM

Gravity

Tirreno Dischi

16 marzo 2020

genere: punk californiano, alternative rock, grunge, progressive, trap

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Recensione a cura di Alberto Maccagno

Aim - Recensione - Gravity (Rock, Punk, Alternativo)

Il 16 marzo 2020, per Tirreno Dischi, è uscito Gravity, il nuovo album degli AIM.

La band brianzola torna sulle scene con il quinto capitolo della propria discografia, un lavoro che gode di qualche luce ma che presenta anche svariate ombre. Le composizioni orbitano intorno a generi quali l’alternative rock, effettivo protagonista di queste, e il punk californiano degli anni ’90 (più o meno pop a seconda degli episodi), con l’aggiunta di elementi progressive, psichedelici, grunge e persino trap.

Proprio quest’ultimo genere ci introduce all’opera con Parallel, un brano confusionario che denota il problema principale di tutto il disco: la mancanza di equilibrio. Il canto, imbottito di auto-tune (unico pezzo a contemplare l’utilizzo del software), poggia su una produzione elettronica tipica del genere, risultando però cacofonico e, in alcuni frangenti, leggermente fuori tempo. Ci si imbatte in tutt’altro scenario già con la seconda canzone in scaletta, Superweeds, la quale presenta tutti gli stilemi del rock alternativo, tra cui una piacevole chitarra distorta a dare corpo al ritornello.

Da qui in poi il progetto si muoverà lungo linee sonore spesso distanti tra loro (a volte troppo), mostrando elementi interessanti ma anche una certa difficoltà nel mescolarli e nel farli convivere, passando così dal progressive rock psichedelico e acustico di Sweet Turquoise al punk rock di fine millennio proposto in Love You, Red Irriverent! senza un’effettiva narrazione ad accompagnare la transizione.

Degno di menzione è anche Exxon Gambling, capitolo dalla partitura unica contenente una ritmica irregolare e aliena al resto della release. Dal punto di vista vocale si incontrano alcune stesure indovinate e altre un po’ forzate e ripetitive. Il timbro di Marco “Fiore” Fiorello, cantante e chitarrista del complesso, passa dal ricordare David
Gilmour, quando le linee canore si fanno più eteree e melodiche, al riportare alla mente Kurt Cobain e persino Lil’ Peep, quando l’atmosfera più aggressiva e disagiata diventa protagonista.

In ultima analisi, possiamo sottolineare come gli elementi proposti in Gravity abbiano un valore notevole, se presi singolarmente, ma pecchino al momento della convivenza, complice forse un’opera di missaggio (e delle scelte ad essa relative) non eccellenti, e come gli AIM, tra mille personalità artistiche proposte, fatichino a conferire un’identità centrale all’album.

TRACKLIST:

1. Parallel

2. Superweeds

3. No Regrets

4. Gravity

5. Fight Back The Weekend

6. Exxon Gambling

7. Stop Fighting

8. In My Rifle

9. Sweet Turquoise

10. Love You, Red Irriverent!

11. Always Erasing

12. Poisoned

FORMAZIONE:

Marco “Fiore” Fiorello – chitarra e voce

Marco Camisasca – basso e cori

Matteo Camisasca – batteria.

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