Begbie: recensione di Play Hard

Begbie

Play Hard

autoproduzione

2 novembre 2019

genere: math core, hardcore

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Recensione a cura di Andrea Macao

Il metal, così come il rock, è uno di quei generi che offre la possibilità di spaziare in lungo e in largo a coloro che decidono di farne il genere di musica, con il risultato che possono trovarsi una quantità impressionate di quelli che la critica definirebbe “sottogeneri”, con risultati a volte poco convincenti, a volte ottimi.

Quest’ultimo è il caso dei nostrani Begbie, duo math core proveniente da Brescia, che ha messo insieme un
EP ricco di idee e di influenze intitolato Play Hard.

Le basi sono una strizzata d’occhio all’hardore più old school e i cambi di tempo, arricchite da influenze che vanno dal thrash al prog. Si tratta, insomma di circa mezz’ora tanto cervellotica quanto brutale, un’apnea sonora dalla quale si riemerge con la sensazione di essere appena usciti da un pestaggio.

Ad aprire le danze troviamo Memento, che è un piacevole omaggio a Trainspotting, film dal quale il duo ha tratto ispirazione per la scelta del nome. Nemmeno il tempo di premere play e ci ritroviamo a fare i conti con un furioso muro sonoro dalle influenze thrash metal, accompagnato da un innesto del film sopracitato e che si conclude con una serie di breakdown, quasi a rallentare per qualche secondo la cavalcata.

Ma è solamente un’illusione: con The Carpenter esce tutta l’anima hardcore del duo, ma nell’ultimo minuto trovano spazio anche atmosfere più cupe, atmosfere che ritroviamo nella seguente Don’t Drink And Dribbling, brano in cui la band dimostra di avere ancora diverse carte da giocare, proponendoci un’intro
doom che ci porta con la mente ai Paradise Lost e che cresce con il passare dei secondi sino a ritornare sulla
scia dell’hardcore.

Le sonorità doom vengono riprese anche nella successiva Sensational Mad, uno dei picchi di follia (come suggerisce il titolo) più alti dell’EP, dove il duo combina anche elementi math e prog, con risultati tutto meno che scadenti. Il disco si chiude con Scream The Border, i cui primi secondi potrebbero trarre in inganno l’ascoltatore, che forse a questo punto si aspetterebbe una chiusura dalle atmosfere più miti e riflessive, quasi a metabolizzare il tutto. E invece ecco che il duo esplode con tutta la sua furia dopo i primi trenta secondi, in un brano di circa quattro minuti che rappresenta il mix perfetto di tutte le influenze
artistiche della band.

Insomma, nonostante la scena metal e rock underground in Italia sia spesso snobbata dai più, qui ci troviamo di fronte a un lavoro che conta ben poche sbavature e ad una band che potrebbe
diventare uno dei punti di riferimento per chi ama i generi più estremi.

Formazione:

Dario Rossini: Batteria

Nicola Girelli: Chitarra

Tracklist:

1. Memento

2. The Carpenter

3. Don’t Drink And Dribbling

4. Sensational Mad

5. Scream The Border

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