Fiesta Alba: recensione di Fiesta Alba

Fiesta Alba

Fiesta Alba

neontoaster multimedia dept.

29 marzo 2022

genere: math-rock, etnica, elettronica, art-rock, post-punk, fusion, trip-hop, rap

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Laundry (feat. Welle) è il singolo che anticipa l’uscita dell’omonimo EP di debutto della misteriosa band capitolina Fiesta Alba, edito per l’etichetta neontoaster multimedia dept.

I quattro luchadores mascherati – Octagon, Pyerroth, Fishman e Dos Caras – muovendosi sui ring improvvisati della vita e alzando i pugni al grido di “lucha libre!”, quale grido collettivo di pura sopravvivenza – provano a districarsi tra agglomerati sonori in espansione, rintracciando nella teatralità di maschere da lottatori di wrestling amatoriale messicano, e nel dinamismo baricentrico della contaminazione più alternativa, la combinazione ideale per non affondare nella retorica del conformismo musicale e biasimare l’idea di rassegnarsi a una società devastata dal capitalismo e dominata dalla cultura consumistica.

In questo primo mini-capitolo autorale dei Fiesta Alba, oltre a metriche cervellotiche e serrate che invocano a quel math-rock statunitense di derivazione Battles, Minutemen e Tortoise, all’interno delle cinque tracce troviamo un’area di raccordo fusion tra l’incontenibile carica dionisiaca della black music e le diavolerie elettroniche di matrice mittel-kraut: una full immersion di fragranze inebrianti e percorsi interculturali, dove le contaminazioni prevalgono sui confini delineati da linee topografiche convenzionali.

Quella dei Fiesta Alba è una miscela dai ritmi manipolati, scomposti, ricomposti, poi nuovamente scomposti e infine ricomposti, che abbraccia diversi angoli del globo, dall’Europa all’Africa passando per la loop-tronica dei block party newyorchesi, e prende forma e sostanza percorrendo diverse gradazioni foniche: nell’incedere percussivo afrobeat, attraverso le atmosfere notturne e inquiete del trip-hop e del rap, nei featuring con le vocalità multietniche di Welle (Laundry), Tha Brooklyn Guy (Juicy Lips), Kylo Osprey (Dem Say) e Thomas Sankara (Burkina Phase), nelle infiltrazioni ormonali di funk sincopato e negli echi di chitarre aderenti a quel post-punk acuminato e acido di sponda Devo, Pere Ubu e Pop Group ante litteram.

Insomma, musica come veicolo primordiale di comunicazione, propedeutico ad esaltare il valore dell’inclusività, ad annientare le distanze, e ad affrontare tematiche esistenziali relative all’attualità, dalla caducità dei rapporti interpersonali alle inclinazioni emotive della società contemporanea, in cui ogni aspetto della quotidianità deve essere obbligatoriamente istantaneo e legato a una filosofia edonista di massa.

facebook/fiestaalbaofficial

Membri della band:

Octagon: composizioni, chitarre, graphic design, Dos Caras: produzione artistica, suoni sintetici e digitali, Fishman: basso, Pyerroth: batterie acustiche.

Andrea Frittella: artwork, Guido Ballatori: foto e video.

Tracklist:

1. Laundry (feat. Welle)

2. Juicy Lips (feat. Tha Brooklyn Guy)

3. Dem Say (feat. Kylo Osprey)

4. Burkina Phase (feat. Thomas Sankara)

5. Octagon

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