Foo Fighters: recensione di But Here We Are

Foo Fighters

But Here We Are

Roswell, RCA

2 giugno 2023

genere: hard rock, melodic rock, power rock, AOR

_______________

Recensione a cura di Chiara Profili

A distanza di due anni da Medicine at Midnight e per la terza volta con la collaborazione del produttore Greg Kurstin, i Foo Fighters sono tornati con un nuovo album, il primo dalla scomparsa del batterista Taylor Hawkins.

But Here We Are è dunque il primo capitolo della nuova vita dei Foo Fighters, da poco ripartiti in tour con l’ingresso del sostituto di Hawkins, ovvero Josh Freese.

Dieci tracce, per un totale di 48 minuti, che segnano sì una rinascita, ma che allo stesso tempo rimandano alle sonorità che hanno reso popolare la band americana; Dave Grohl e compagni mettono in stand by le sperimentazioni ludiche degli ultimi tempi, (dalla parentesi Dee Gees al film Studio 666) producendo un album che, con tutta probabilità, sarà molto apprezzato dai fan della prima ora.

Concettualmente, But Here We Are è figlio di un anno travagliato per l’ex Nirvana, che si è trovato a dover fronteggiare non solo la dipartita di Taylor, ma anche quella dell’amata madre Virginia, tra lo sgomento iniziale, passando per la fase del dolore e della rabbia e, infine, per l’accettazione dell’ineluttabilità della morte.

Ed ecco che il flusso di coscienza di Grohl prende forma in testi e in musica, nonché nella rappresentazione grafica della copertina: se gli Ac/Dc avevano scelto il nero per il loro comeback dopo la morte di Bon Scott, i Foo Fighters esprimono invece la fine della vita con il colore opposto, il bianco, che può simboleggiare una rinascita così come la pace dell’eterno riposo.

Ad anticipare l’uscita di But Here We Are ci ha pensato il primo singolo, nonché prima traccia presente sul disco: Rescued è il perfetto biglietto da visita per questo ritorno e si candida a diventare un classico del repertorio dei Foo Fighters.

Un altro brano che suona piacevolmente familiare è Under You, secondo singolo estratto, il quale riprende lo stile di Bob Mould e i suoi Sugar o di band come i Dinosaur Jr.

The Teacher è una pièce da 10 minuti, dedicata alla mamma Virginia, che svolgeva proprio il lavoro di insegnante, ed è un unicum nella storia dei Foo Fighters. Un brano dalla struttura imprevedibile, che sale e scende come i trenini sulle montagne russe, e che può ricordare le sperimentazioni progressive fatte da Grohl con l’EP strumentale Play.

Violet Grohl, già nota per aver partecipato come corista alle registrazioni di Medicine at Midnight e presente nel videoclip di The Sky is a Neighborhood, si sta affacciando sempre di più nel mondo lavorativo di papà Dave; stavolta la diciassettenne è protagonista in Show Me How, una ballad a due voci, delicatamente armonizzate. Forse l’episodio meno in linea con il resto dell’opera, ma comunque gradevole.

La traccia a cui è affidata la chiusura del disco è Rest: evocativa fin dal titolo, si apre come una ninna nanna – un dolce sussurro dai riverberi radioheadiani – e sfuma nelle chitarre distorte e nello straziante ultimo addio di Dave Grohl a due dei suoi affetti più cari (“Rest, You Can Rest Now, Rest, You Will Be Safe Now”).

But Here We Are: dopo mesi di incertezze sul futuro della band, orfana di Hawkins, è arrivata forte e chiara la risposta dei Foo Fighters. Nonostante tutto, loro sono ancora qui.

1. Rescued

2. Under You

3. Hearing Voices

4. But Here We Are

5. The Glass

6. Nothing At All

7. Show Me How

8. Beyond Me

9. The Teacher

10. Rest

Formazione:

Dave Grohl – voce , chitarra, batteria, produzione

Nate Mendel – basso, cori, produzione

Chris Shiflett – chitarra, cori, produzione

Pat Smear – chitarra, produzione

Rami Jaffee – tastiere, produzione

Altri musicisti

Violet Grohl – voce in “Show Me How”

© 2023, Fotografie ROCK. All rights reserved.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.