Rainbow Bridge: recensione di Drive

Rainbow Bridge

Drive

autoproduzione

24 marzo 2023

genere: blues, soul, southern, desert rock, rock ‘n’ roll, heavy psych, psych folk

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Con alle spalle i due EP Dirty Sunday e Lama e il live studio Neverending Trip, a distanza di tre anni dalla pubblicazione di Unlock (lavoro interamente strumentale composto da jam session registrate live dopo il lockdown nell’estate 2020), la psych blues band pugliese Rainbow Bridge manda alle stampe il suo nuovo album intitolato Drive, sotto autoproduzione e anticipato dall’uscita dei singoli Still Drives, Years Of Beer, Until My Wings Will Be Strong e I Saw My Dad Play Air Guitar.

Il trio Rainbow Bridge – progetto originario di Barletta e composto da Giuseppe JimiRay Piazzolla (voce, chitarra elettrica e acustica), Fabio Chiarazzo (basso e cori) e Paolo Ormas (batteria e cori) – continua ad alimentare e scaldare il proprio mantra scritturale attraverso i consumati solchi elettrificati della psichedelia blues e del rock & roll garage degli anni 60 e 70, mantenendo ancora vivo e pulsante quel sentimento revivalistico di matrice hendrixiana, col gusto di rievocare sound e atmosfere custodite in pellicole cinematografiche vintage, come raffigurato nell’artwork.

Un nuovo e immaginifico viaggio “on the road” su strade dall’asfalto rovente, tra sudore e benzina, in grado di macinare chilometri e ripercorrere quella mappa di sonorità torride che dalla Bassa Valle del fiume Ofanto si tuffano nelle acque dense e torbide del Delta del Mississippi, amalgamandosi a quei territori sterrati e polverosi che hanno svezzato e tenuto a battesimo i tormenti dell’anima del rock blues. Le influenze sono varie: si va dai classici istituzionali quali The Who e Jimi Hendrix all’hard blues irlandese di Rory Gallagher e Thin Lizzy (I Saw My Dad Play Air Guitar, Still Drives), dalle adrenaliniche e taglienti distorsioni wah-wah dei guitar-solo all’elettricità febbricitante di Stevie Ray Vaughn (Coming Out), dalle progressioni dell’attuale desert rock di Brant Bjork e Black Rainbows (Black Monday, Make Peace) al southern blues contemporaneo di Rival Sons e The Black Keys (Until My Wings Will Be Strong, Years Of Beer).

In questo nuovo capitolo discografico, sulle tracce di quell’impronta delta-garage-blues dai suoni antichi e spirituali, nutrendosi di mancanze e sofferenza – le stesse di cui si nutre la musica blues – i Rainbow Bridge, con rinnovata maturità espressiva, hanno arricchito e ampliato il loro bouquet compositivo, asciugando la componente fuzz-stoner primordiale per esplorare sentieri più morbidi, freschi ed eterogenei rispetto alle precedenti esperienze autorali, accordando maggior spazio e ossigeno alla componente melodica e comunicativa.

Composto da otto tracce, di cui quattro strumentali (Make Peace, Black Monday, Still Drives e Coming Out) a fare da contraltare alla parte lirica, Drive si divide idealmente in tre fasi: la prima dedicata alle canzoni, la seconda ai brani strumentali e infine una lunga suite di 14 minuti (Tears Never Here). Un crossover artigianale in cui soul, country, southern e boogie rock si concedono carnalmente al fascino oscuro e acido del demone blues e all’istinto genetico di un rock & roll che profuma di spezie etniche e tessiture robuste e avvolgenti, mentre ballate aride e allucinate di magia doorsiana si dilatano verso un orizzonte mistico (che sia un tramonto oppure un’alba) di atmosfere introspettive e tormentate, immaginando di fluttuare insieme a Brant Bjork sui tappeti magici di Jalamanta.

Quello dei Rainbow Bridge è dunque un arcobaleno che ci proietta nuovamente alla volta di percezioni sensoriali di altri mondi, come se esistesse una bretella di congiunzione metaforica tra presente e passato, tra cielo Adriatico e le terre del Grand Canyon, fungendo da ponte tra dimensione fisica e onirica.

facebook/rainbowbridge

Membri della band:

Giuseppe JimiRay Piazzolla: voce, chitarra elettrica e acustica, Fabio Chiarazzo: basso e cori, Paolo Ormas: batteria e cori

Tracklist:

1. Until My Wings Will Be Strong 2. Years Of Beer 3. Black Monday 4. I Saw My Dad Play Air Guitar 5. Make Peace 6. Still Drives 7. Tears Never Here 8. Coming Out

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