Linda Collins: recensione di Tied

Linda Collins

Tied

Urtovox Records

22 gennaio 2021

genere: post-rock, dreamwave, elettronica, jazz-wave, shoegaze, dub, sad-core

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

In uscita il 22 gennaio per Urtovox Records, Tied è l’album d’esordio dei Linda Collins, progetto discografico che raccoglie e integra il poliedrico background musicale di Alberto Garbero (Chitarre), Massimiliano Esposito (Synth), Vincenzo Morreale (Basso) e Pietro Merlo (Batteria), quartetto di veterani della scena underground tricolore che per l’occasione può vantare la partecipazione di ospiti d’eccezione quali Jackeyd, Neverwhere, SavantPunk, Arnoux e Karyn Nygren.

Anticipato dall’uscita dei singoli Kids#1 e Sometimes, entrambi con il featuring di Jackeyed (pseudonimo di Federico Babbo), Tied si muove lungo dieci tracce dalle coordinate sonore eterogenee, passando dalla luccicanza dei sentieri post-rock e shoegaze alle visioni oniriche della dreamwave, dalle pulsazioni dell’elettro-dub agli echi noir della jazz-wave fino a toccare la decadenza cinerea del sad-core.

Mescolando ogni elemento meticcio con grazia ed accuratezza, gli undici fonogrammi di quest’opera prima si consumano attraverso un affascinante e revivalista connubio tra elettronica e rock, nelle stanze notturne di Sparklehorse, Slowdive e Tindersticks, e nelle atmosfere sussurrate da voci litaniche, eteree, cullanti, indolenti, bisbiglianti e sibilline dalla fisionomia flebile e tremolante, come il bagliore di una candela in sottofondo.

L’impronta vellutata e remissiva del sintetizzatore si interseca in mezzo alle vibrazioni sognanti e palpitanti del sax, tra liriche ermetiche e crepuscolari dall’aura poetica e disillusa, ballate intimiste e metafisiche che toccano corde epidermiche dEUSiane, fumose e nebbiose sonorità folk elettroacustiche ambient e slide, disegnando profondi ed eleganti contorni strumentali jazz lounge noir (For Linda) dal sapore leonardcoheniano.

Come dichiarato dai componenti della formazione torinese in occasione della presentazione dei video realizzati per la promozione dei due singoli: “Sometimes rimanda ai diversi modi per essere distanti, ma allo stesso tempo uniti in un modo che sembra essere l’unico possibile. Il sussurro di una voce, in un corridoio buio, in piena notte, che ci ricorda quanto possiamo essere legati alla vita”.

La struttura emotiva della release, che sembra rifugiarsi tra le mura intime di un perimetro narrativo spazio-temporale, riesce a sedurre la sensibilità del nostro udito come fossero occhi fissi sull’orizzonte, abbandonandosi ai profumi poetici dei paesaggi rurali estivi, alla desolazione dei binari abbandonati e alla solitudine umorale di quei posti a metà tra città e provincia, immaginando di viaggiare indietro nel tempo a bordo di un maggiolino demodé.

Le dieci istantanee sonore di Tied, intrise di rifrazioni psichedeliche retrò, si dissolvono in mezzo a quelle note melodiche, frizzantine, narcotizzate, struggenti, nostalgiche, malinconiche e agrodolci che vanno a fotografare l’inseparabile ed atavico dualismo della crescita, tra bellezza e dolore, tra la dolcezza della sofferenza ed i compromessi della vita difficili da accettare, rinfrescando il ricordo offuscato di quando credevamo che l’illusione dell’amore e la fiducia nel futuro avrebbero protetto la nostra innocente purezza di spirito con il passaggio all’età adulta.

I Linda Collins riescono, dunque, ad orientare il proprio spartito orchestrale secondo linee dinamiche dai molteplici ed impalpabili varchi luminosi, nello slancio di percussioni volubili e modulazioni soul lente, calde, sensoriali, arrendevoli, delicate, ipnotiche, depresse ed accattivanti, probabilmente frutto dei tempi che stiamo vivendo, tra distanze fisiche, vicinanza virtuale ed affettività in smart-working, che danno veridicità alla materia emozionale dell’opera stessa.

Con Tied ci troviamo al cospetto di arabeschi sospesi nel vuoto, come foglie autunnali in equilibrio precario sul filo sempre teso della corrente emotiva shoegaze, dei giorni tutti uguali, intrappolati nelle pieghe disordinate del presente, intimoriti dalla sensazione di soffocamento di certe nuvole troppo basse, confusi dalla costante trasformazione del linguaggio contemporaneo e persi nello sguardo cinico e compassionevole della spensieratezza d’una volta, di quei vecchi filmini di famiglia tenuti in soffitta a prendere polvere, che custodiscono ed accarezzano la sublime memoria della nostra identità.

Membri della band:

Alberto Garbero: chitarre

Massimiliano Esposito: synth

Vincenzo Morreale: basso

Pietro Merlo: batteria

Credits:

feat. Jackeyed: voce (First Step, Sometimes, Kids #1)

feat. Karyn Nygren: voce (First Step, Blindfolded)

feat. Neverwhere: voce (Overrated, External)

feat. Arnoux: voce (Overrated #2)

feat. Savantpunk: voce (First Step #2)

Tracklist:

1. Sometimes

2. First Step

3. Kids #1

4. Blindfolded

5. Kids #2

6. Overrated #1

7. External

8. For Linda

9. Overrated #2

10. First Step #2

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