Magazzino CdF: recensione di Play Very Loud

Magazzino CdF

Play Very Loud

Hellbones Records

16 ottobre 2021

genere: industrial, drone, noise, strumentale, sperimentale, rumorismo, dark ambient

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

È uscito Play Very Loud, il primo album del progetto di musica e videoarte Magazzino CdF, nato dalla mente di Carlo Di Francescantonio insieme a Stefano Bertoli, Roberto Keller Veirana ed al “ragazzo immaginario” Gianni Rossello.

Più di sessanta minuti di interferenze elettroniche autoreferenziali, racchiuse all’interno di un mallo sintetico dalla corteccia cranica rigorosamente strumentale; un magma di suoni urticanti, intrisi di dilatazioni foniche, centrifughe surreali e modulazioni cosmiche, noise, kraut e droniche, che sembrano provenire da laboratori di Chernobyl, da vecchie fabbriche in disuso: un ecosistema rumoristico artificiale, crudo, ansiogeno, ipnotico e oscuro, cucito sul minimalismo di linee elettroniche essenziali, in cui si fondono alienazione e solitudine, generando un non so che di sinistro ed atmosfere claustrofobiche, algide, destabilizzanti e inquietanti, in bilico tra incubo e realtà.

Le sei tracce di Play Very Loud si materializzano alla stregua di intelaiature industriali visionarie, dissonanti e soffocanti, in mezzo a oscillazioni e frequenze corrosive, livide, tetre e scarnificate dall’andamento circolare, che si insinuano tra le dinamiche ipocondriache del presente, producendosi attraverso un’esplorazione concettuale e artigianale dal forte impatto visuale.

Esplorazione e sperimentazione che, purtroppo, si manifestano solamente nella teoria, nell’intenzione, in quella sensazione che stia per succedere qualcosa, o quantomeno qualcos’altro. Alla fine, l’intera release dei Magazzino CdF si dissolve in un cul-de-sac di ripetizioni stucchevoli, meccaniche, collose, abrasive e interscambiabili, senza neanche il minimo respiro di melodia, lasciando, di conseguenza, pochissimo (eufemismo) spazio all’immaginazione.

Facebook/Magazzino CdF

Tracklist:

1. Tupa Tupa
2. The Conversation
3. Nikita
4. Good Advices
5. Happy End
6. Aput Aput

Membri della band:

Carlo di Francescantonio
Radio, Tape machines & landscapes.
Stefano Bertoli: BlackBox, APCS, XrollZ & DDD.
Roberto Keller Veirana: Batteria.
Gianni Rossello: “ragazzo immaginario”.

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