Nastyville: recensione di Songs Of Threesome

Nastyville

Songs Of Threesome

Delta Records & Promotion

21 maggio 2022

genere: sleaze rock, rock & roll, glam rock, cock rock, college punk, AOR

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Con alle spalle due album pubblicati – Viva Hell-A e Glam Caramel – e diversi cambi di line-up, la band sleaze rock Nastyville manda alle stampe il suo terzo album intitolato Songs Of Threesome, edito per l’etichetta Delta Records & Promotion.

I Nastyville – quintetto proveniente da diverse parti del Nord Italia e composto da Mark Evil Lee: voce, David Visin: chitarra, Dega: chitarra, Paul Cannibal: basso, Danny Boy: batteria – nascono da un’idea di Danny Boy, ex batterista dei Thee S.T.P., il quale, dopo aver suonato per Gilby Clarke e John Corabi, ha deciso di immergersi in questo nuovo ed eccitante progetto, sulla scia degli statunitensi Nashville Pussy e del “rock & roll pussy” di Todd Rundgren.

Quando si dice che il titolo è tutto un programma. Songs Of Threesome è un lavoro senza freni inibitori, che già negli intenti mette in rilievo la sua matrice goliardica e trasgressiva, avendo come filo conduttore tematico le fantasie legate al sesso a tre – i cosiddetti ménage à trois – insieme a quell’impulso elettrico, animalesco e fallocentrico che ha contraddistinto filosofia ed etica di quel rock & roll – sponda macho rock – in voga negli anni ’80 tra le band della decadente scena hard rock di Los Angeles.

Un credo epidermico e derivativo quello dei Nastyville, senza pretese né messaggi subliminali, all’insegna dell’oltraggio e della provocazione; la quintessenza di quel rock americano votato alla stravaganza e all’intrattenimento, a quel genere glamour dall’anima revenant che va prova ancora a scuotere il demone della nostalgia nei cuori emaciati dei vecchi glamsters, rievocando un calligrafismo stilistico d’ispirazione Enuff Z’Nuff, Skid Row, Faster Pussycat, attraverso canzoni dalle melodie accattivanti, aggressive, easy listening e con tematiche leggere, frivole. Insomma, canzoni da feste per adolescenti.

Tralasciando il “raffinato” gioco grafico racchiuso nell’artwork di Songs Of Threesome, e la profonda natura antropologica che investe l’ermetica anatomia testuale delle dieci tracce dell’album (con titoli che ammiccano apertamente a doppi sensi a sfondo sessuale), i Nastyville provano a scimmiottare alcuni cliché della musica rock, rimestando nel pentolone quei riferimenti stereotipati, così da ritrovarci catapultati – sotto l’aspetto strumentale, o meglio, dell’attitudine, come va di moda oggigiorno – all’interno della loro “casa bordello”, nel bel mezzo degli anni ’80, in pieno hard rock, glam ed hair metal revival, accerchiati dalla tempesta ormonale dei Mötley Crüe, dalla massa testosteronica dei Poison e da tutto quell’armamentario dialettico ascrivibile al cosiddetto sottogenere “cock rock”, in una sequela di bitch, pussy, dick, fuck e chi più ne ha più ne metta, con punte di “evoluzione” compositiva sconfinanti in quel college punk iper-melenso dei primi anni ’90.

facebook/nastyvilleofficial

Membri della band:

Mark Evil Lee: voce
David Visin: chitarra
Dega: chitarra
Paul Cannibal: basso
Danny Boy: batteria

Tracklist:

1 – Night Stalker
2 – Sex Crime
3 – My Amy‘s Bitch
4 – Love Me Gender
5 – Hard Tango
6 – Real Fake News
7 – No Papi No
8 – Milf & Nesquirt
9 – Rat Trap
10 – Bed Behaviors

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