Paul McCartney: i 10 brani da (ri)scoprire

Articolo a cura di Mamunia

Paul McCartney: i 10 brani da (ri)scoprire. Continua la rubrica dedicata alla riscoperta di 10 brani non mainstream degli artisti più amati del rock. Dopo Franco Battiato (https://fotografierock.it/playlist/franco-battiato-i-10-brani-da-riscoprire) e Ozzy Osbourne (https://fotografierock.it/playlist/ozzy-osbourne-i-10-brani-da-riscoprire), oggi è la volta di Paul McCartney.

Dal suo primo album solista all’ultima pubblicazione ufficiale, Paul McCartney ha saputo assecondare ogni sua ispirazione creativa: ha all’attivo quasi 50 tra album in studio e dischi live, di musica elettronica o di musica classica, sono oltre 100 i singoli pubblicati (di cui 30 entrati nella top ten in UK o US), accompagnati da un’ottantina di clip musicali, diverse colonne sonore (con ben due nomination agli Oscar) e oltre 300 brani in partnership creative con artisti di ogni estrazione.

Non è dunque facile imbrigliare il suo estro all’interno di un unico genere, nonostante sia spesso accostato allo stereotipo del musicista pop lezioso da classifica. Una rappresentazione riduttiva della sua eclettica produzione musicale, a cui Macca ha avuto modo di rispondere nel merito con l’enorme successo di Silly Love Songs, rimarcando allo stesso tempo la sua predisposizione per una certa scanzonata leggerezza.

Tra i musicisti e i compositori più importanti di sempre, McCartney ha scritto la storia della musica prima con i Beatles e, in seguito, con una brillante e variegata carriera solista, costellata da molti successi e da decine di perle nascoste.

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1971 – Oh Woman, Oh Why

Another Day / Oh Woman, Oh Why è il primo singolo di McCartney dopo lo scioglimento dei Beatles. Al melodico lato A, Paul contrappone un rock sporco e seducente, caratterizzato da una graffiante prova vocale. La canzone è puntellata dai colpi di un’arma da fuoco e da un ambiguo contenuto testuale. Il brano potrebbe raccontare la fine burrascosa della sua storia con Jane Asher per adulterio: Paul sembra descrivere proprio l’atroce tira e molla di quel frangente; il protagonista implora la sua controparte amorosa, che lo minaccia brandendo una pistola (Oh woman, oh where, where, where, where, where did you get that gun?). Un’immagine che si discosta da quella di padre di famiglia e marito devoto che Paul ha in seguito preferito raccontare, dopo essere convolato a nozze con Linda Eastman.

1973 – Get On The Right Thing (Red Rose Speedway)

All’inizio degli anni 70, Paul si ritira in Scozia con sua moglie Linda e cerca di ritrovare le ragioni più intime che lo avevano portato a comporre musica. Ed è così che dalle ceneri dei Beatles nascono gli Wings, band che cambierà più volte formazione pur mantenendo fissi tre membri: Paul e Linda McCartney, coadiuvati da Denny Laine dei Moody Blues. Red Rose Speedway colpisce per l’immediatezza e la varietà delle composizioni e in questo brano è perfettamente riconoscibile il sound unico degli Wings, grazie anche ai tipici contributi vocali di Linda nei cori. In questo brano, si ascolta tutta la freschezza e il ritrovato entusiasmo degli Wings, subito prima che la band venga investita dall’enorme successo discografico del successivo Band On The Run.

1975 – Call Me Back Again (Venus And Mars)

Una ballad blues con un’eccezionale prova vocale, paragonabile a quella di Oh! Darling sul celebre Abbey Road. Ma i riferimenti ai Beatles non si esauriscono qui: qualche critico ha voluto leggere nel titolo e nel testo della canzone il riferimento a una probabile reunion con i Fab4, speculazioni che hanno perseguitato gli ex Beatles fino alla prematura scomparsa di Lennon. Call Me Back Again è stata composta durante un prolungato soggiorno nel sud degli Stati Uniti, se ne percepisce chiaramente l’impronta blues e soul. Dai concerti nelle università per la genuina ricerca delle proprie origini, fino agli imponenti tour internazionali: gli Wings di Venus And Mars trovano solo conferme e si collocano a pieno titolo tra le band più acclamate e influenti del decennio.

1976 – Warm and Beautiful (Wings At The Speed of Sound)

Nel mezzo del Wings Over The World Tour, viene pubblicato un album che finisce per coincidere con l’apice della popolarità degli Wings: sia Wings At The Speed of Sound che i singoli estratti (Silly Love Songs, Let Em In) si collocano in cima alla vetta delle classifiche di mezzo mondo. In questo caotico e soddisfaciente momento della sua carriera, Paul riesce a ritrovare la cifra del suo stile compositivo più intimo: una ballad struggente al piano, tra le più belle mai dedicate alla compagna di una vita. Nel 1998, dopo la morte di Linda, Paul ha riarrangiato il brano per quartetto d’archi e, in questa nuova e malinconica veste, Warm And Beautiful è inclusa nell’album Working Classical del 1999.

1979 – Rockestra Theme (Back To The Egg)

L’esperienza con gli Wings sta volgendo al termine. Back To The Egg irrompe sulla discografia della band con un deciso connotato hard rock, quando le radio avevano appena finito di trasmettere una hit disco come Good Night Tonight: nelle loro molte incarnazioni, musicalmente gli Wings riescono a dare un colpo al cerchio e uno alla botte, perfettamente a loro agio in ogni situazione. Paul assembla e dirige un’orchestra rock e molti celebri musicisti affiancano gli Wings: David Gilmour (Pink Floyd), Pete Townshend (Who), Hank Marvin (Shadows), Tony Ashton, Gary Brooker (Procol Harum), Ronnie Lane (Small Faces), John Paul Jones e John Bonham (Led Zeppelin), Kenney Jones (Small Faces, Who), Morris Pert e Ray Cooper. Verrà suonata dal vivo al concerto People of Kampuchea con una line-up lievemente differente, in occasione di un evento benefico organizzato dallo stesso Paul.

1980 – Temporary Secretary (McCartney II)

Decennio nuovo, vita nuova. Paul McCartney torna in studio da solo e lo fa come per il suo album d’esordio, 10 anni prima: azzerando, sperimentando, rinnovandosi. Una trasformazione profonda, per molti versi destabilizzante. Con una sequence machine, ripete ossessivamente lo stesso frammento per tutta la durata del brano. Il singolo, con un altrettanto allucinato lato B, Secret Friend, viene distribuito in appena 25.000 copie. Entra in classifica solo in una nazione in tutto il mondo, il Lussemburgo, strappando una dignitosa 13° posizione. La critica ha massacrato e rivalutato Temporary Secretary, ciclicamente. I critici devono ancora mettersi d’accordo, ma intanto NME magazine nel 2014 l’ha piazzata al 167° posto delle “greatest songs of all time”, definendola “wonky electro-pop that didn’t sound so much ahead of its time as out of it altogether”.

1989 – That Day Is Done (Flowers In The Dirt)

Tra i vari sodalizi creativi che il Macca ha stretto dopo i Beatles quello più completo lo vede sedersi in studio con Elvis Costello. La premiata ditta McCartney-MacManus alla fine degli anni 80 ha generato un numero notevole di pezzi cofirmati. Immancabilmente, ogni volta che Paul collabora con qualcuno, parte il confronto con la partenership beatlesiana. “Il nuovo Lennon?”, gli chiedono. “Yeah, they both wore glasses”, risponde McCartney. Questa canzone dal crescendo epico, da il titolo all’album (she sprinkles flowers in the dirt, that’s when a thrill becomes a hurt): le immagini evocate sono rielaborate a partire da un momento di cordoglio personale, ma assumono un significato astratto e universale, che trova la sua massima espressività nel coro (ai limiti del gospel) finale.

1997 – Souvenir (Flaming Pie)

Nell’estesa discografia del McCartney solista è possibile individuare dei topoi precisi: il brano strumentale, la canzone pop zuccherina, il brano rock ruvido e, quasi in ogni album, quella che mi piace definire “ballad introversa”. Distractions, Footprints, Somebody Who Cares, Souvenir: piccole perle dimenticate, eccezionalmente curate nella composizione, delicatamente adagiate tra brani più noti e sfarzosamente commerciali. Per dire la verità, in Flaming Pie non c’è solo Souvenir a rappresentare la categoria, anche Somedays e Heaven On A Sunday si inseriscono in questo solco. Si tratta dell’ultimo album a cui Linda parteciperà, stroncata a 56 anni da un cancro al seno, la malinconia dell’inevitabile è drammaticamente palpabile: when you’re fed up shedding too many tears and your memories seem like just so many souvenirs.

2005 – I Want You To Fly

Altro giro di boa nella lunga carriera di Paul McCartney è quello rappresentato da Chaos And Creation In The Backyard: l’album viene universalmente acclamato dalla critica e torna a scalare le classifiche sia in UK che in USA, ricevendo ben 5 nomination ai Grammy. L’album è un esempio fulgido di un altro elemento ricorrente della carriera solista del Macca: l’enorme prolificità. La sua produzione spesso sconfina i bordi degli album, finendo per quasi raddoppiare le tracce disponibili con quelle selezionate come b-side. Il secondo singolo estratto da Chaos And Creation, Jenny Wren, contiene infatti su CD singolo altri tre brani altrimenti inediti, tra cui anche I Want You To Fly: un blues minimalista, dall’incedere sornione a preludio di un’esplosiva coda finale.

2018 – Despite Repeated Warnings (Egypt Station)

Non si può prescindere dal citare almeno un medley tra tutti quelli composti da McCartney. A volte questi brani vengono identificati con un titolo che ne fa emergere in modo esplicito la propria natura poliedrica. Altre volte, invece, non c’è alcun indizio rivelatore nella tracklist: la trama si articola su più livelli a sorprendere l’ascolto. Egypt Station si chiude proprio con un medley (Hunt You Down/Naked/C-Link), ma il brano che meglio rappresenta questa tendenza sull’album è Despite Repeated Warning. La canzone dimostra l’abilità narrativa di raccontare una storia: un gruppo di marinai sono in balia di un capitano folle che li sta per condurre a morte certa e la canzone racconta la vicenda dal punto di vista della ciurma. Contemporaneamente, dimostra anche l’abbondanza melodica strabordante che costringe spesso McCartney a raggruppare due, tre o quattro frammenti in un unico brano: una vena creativa che ha superato il mezzo secolo di attività e non accenna ancora a placarsi.

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