Rooms By The Sea: recensione di Rivers and Beds

Rooms By The Sea

Rivers and Beds

RBTS Records

24 giugno 2022

genere: folk, elettronica, alt-rock

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Rivers and beds

Dall’incontro tra Teresa Rossi (voce, chitarre) e Lapo Querci (tastiere), ai quali sono aggiunti Elena Collina (batteria, percussioni, cori) e Mattia Papi (basso, cori), nasce il progetto Rooms By The Sea.

Ispirandosi all’arte visionaria del pittore statunitense del Massachusetts Edward Hopper e al suo dipinto Stanze Sul Mare, da cui proviene il nome del gruppo, la band fiorentina fa il suo esordio discografico con l’album Rivers and Beds, edito per RBTS Records e anticipato dall’uscita dei singoli Another Life, New Lights e Great Void.

Edward Hopper – comunemente noto per aver saputo esprimere un senso di solitudine e di isolamento, mescolando elementi del realismo e del surrealismo – è stato uno degli artisti più innovativi nell’esplorare la condizione urbana, rappresentando l’intimità dell’essere umano attraverso la riproduzione di determinati contrasti di luce.

Sul flusso perenne di questa corrente creativa, che sfrutta la pendenza del suo alveo razionale per arginarne l’impeto fluviale, il collettivo toscano conferisce alla propria tela emotiva forme e colori dalle sfumature cangianti, fagocitando quel sentimento di insoddisfazione e incertezza che pervade le nostre esistenze, prima stravolte dall’avvento della pandemia e poi costrette ad affrontare nuovi passi di un’altra vita.

All’interno di un policromato spettro di variabili umorali e atmosfere eteree e trasognanti dal magnetismo cinematico, le otto tracce di Rivers and Beds riescono a calarsi nelle zone più recondite e corrose dell’animo, cristallizzando in versi una malinconia di fondo che mette in contrapposizione mondo interiore e mondo esteriore, amore e sacrificio, individuale e universale, oscurità e lucentezza, felicità e tristezza, vulnerabilità e smarrimento, con l’agrodolce lucidità di chi ha realizzato che non potrà mai separarsi del tutto da certi fantasmi del passato, dalle ansie di un presente che ha sempre l’ambizione di trasformarsi in futuro, ma poi finisce irrimediabilmente per tornare al suo stato iniziale di coniugazione al passato. Così, in loop perpetuo.

Capaci di fluttuare tra momenti di epica soavità armonica ed episodi più grintosi e palpitanti – come sospiri in apnea che si sostituiscono ai respiri – i Rooms By The Sea amalgamano una pluralità di influenze sonore e scenografiche, rifacendosi sia al perimetro classico della forma canzone sia alla ricerca di una propria identità autorale, condensando un saliscendi emozionale che si affida agli echi bucolici di affreschi folk, alle varianti uggiose della componente elettronica e alla causa alt-rock di sponda easy listening, rievocando quel caratteristico, raffinato e derivativo tocco calligrafico ascrivibile a realtà quali Of Monsters and Men, Florence and The Machine, The Lumineers, Daughter e Sharon Van Etten.

Passioni epidermiche, poetiche, barocche, intimiste e melodrammatiche si sposano a una sensualità timbrica degli incastri vocali, coniugando linee irrequiete e seducenti dall’effetto terapeutico, quando con irruenza quando con carezzevole fluidità melodica. Un’incisività lirica che raggiunge il suo apice espressivo nelle tradizionali stanze dei ritornelli, nella pasta timbrica di Teresa Rossi, che rimanda a una sorta di strano mix tra Nanna Bryndís Hilmarsdóttir, Alanis Morissette, Florence Welch e Shakira.

Paesaggi dallo sfondo rilassante e smeraldino si confondono col vuoto contemplativo di quei silenzi che subentrano con l’età della consapevolezza, abbracciando con forza il ricordo dei tempi andati, di quei frutti lasciati a fermentare e appassire sotto i tiepidi bagliori della nostalgia, del rimpianto e del conformismo, mentre un’altra stagione si appresta a dissolversi lentamente negli scenari chiaroscurali di quella successiva, nella vista di quella camera su una scogliera a picco sull’acqua, quale metafora essenziale di solitudine e introspezione.

Poggiandosi, dunque, su un suggestivo allestimento stilistico dal sapore revival e dal taglio internazionale, quello dei Rooms By The Sea è uno sguardo verso una dimensione di non finito, verso un qualcosa che profuma di ignoto, dove luci e ombre si contraggono e dilatano nel contrasto tra sfera esterna e prospettiva di un’intimità personale, tra l’illusione che alimenta la speranza e la paura per un mondo che, invece, probabilmente, non tornerà mai più indietro.

https://www.facebook.com/roomsbythesea/

Membri della band:

Teresa Rossi: voce, chitarre

Lapo Querci: tastiere

Elena Collina: batteria, percussioni, cori

Mattia Papi: basso, cori

Rooms by the sea

Tracklist:

1. Another Life

2. Great Void

3. Lost Thought

4. Copenhagen

5. Hollows

6. New Lights

7. Cold Stream

8. Tomorrow

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