Slayer
South of Heaven
5 luglio 1988
Def Jam Recordings
thrash metal
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I californiani Slayer pubblicano South of Heaven, il loro quarto album in studio, prodotto dalla Def Jam Recordings di Rick Rubin.
Dopo il successo avuto con Reign in Blood, pubblicato due anni prima, gli Slayer danno vita ad un disco meno brutale rispetto al precedente lavoro.
South of Heaven mostra un rallentamento del ritmo dei brani, ma una scrittura dei testi sicuramente più matura, dalle sonorità più doom e con l’aggiunta di uno sprazzo di melodia, mantenendo, comunque, il caratteristico sound estremo ed aggressivo, trademark della band californiana.
Il disco, per le suddette considerazioni, fu oggetto di discussione per alcuni fan, i quali avrebbero desiderato un altro lavoro ‘disumano’ come Reign in Blood.
Replicare un lavoro come Reign in Blood sarebbe stato impossibile.
Ma veniamo al disco A Sud del Paradiso: cosa potrà mai esserci a sud del Paradiso?
La titletrack apre l’album con un intro suggestivo, sinistro e demoniaco: un pezzo da brividi che già da solo vale il prezzo di acquisto dell’intero disco.
Con Silent Scream, Ghost of War e Live Undead sale il tasso di aggressività: immaginate una serie di vagoni di un treno merci lanciati a folle velocità dentro un tunnel, completamente al buio.
Behind the Crooked Cross è un brano che ha come tema il periodo nazista, tematica già trattata in Angel of Death nel 1986, nell’album Reign in Blood.
La Croce Uncinata era il simbolo della dittatura di Hitler, ma il testo della canzone è antinazista, e racconta l’intrappolamento e il senso di colpa di alcuni soldati tedeschi, che iniziarono a pentirsi dei crimini e delle atrocità che stavano commettendo per obbedire alla dittatura nazionalsocialista.
L’album prosegue con Read Between the Lies e Cleans the Soul, che trasmettono all’ascoltatore una forte sensazione di sofferenza ed asfissia, mentre Mandatory Suicide mette in evidenza la follia della guerra in Vietnam.
Merita di essere menzionata anche la cover di Dissident Aggressor, gentile omaggio, o tributo, pagato ai loro padri ispiratori Judas Priest.
Bellissima cover, ma personalmente continuo a preferire il pezzo originale dei Judas Priest.
L’album si chiude con Spill the Blood, una cantilena ipnotica che rappresenta il percorso che porta all’immortalità dell’anima attraverso il sacrificio del sangue umano, con un arpeggio introduttivo che riporta alla mente l’atmosfera di quei film horror americani anni ’80.
Negli anni ’80, i famosi Big Four, Anthrax, Metallica, Megadeth e Slayer, furono considerati i genitori del genere thrash metal a stelle e strisce.
Chissà perché, nella maggior parte dei testi delle canzoni delle band thrash/death metal, si parla della morte come argomento principale. Forse per via della numerosa comunità di anziani che popola la California?
Detto ciò, personalmente, ritengo che South of Heaven sia un disco assolutamente imperdibile, come direbbero gli anglosassoni, un must have.
Imprescindibile per gli amanti del genere. Ovviamente.
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