Steven Wilson: recensione di The Overview

Steven Wilson

The Overview

Fiction Records

14 marzo 2025

genere: progressive rock, prog metal, post-rock, elettronica, trance ambient, space rock

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Bisogna ritornare sui passi già fatti – diceva José Saramago – per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio, sempre, semplicemente cambiando prospettiva.

A distanza di due anni dal precedente The Harmony Codex e a tre dall’ultimo a firma Porcupine Tree Closure/Continuation, il 57enne Steven Wilson si lancia in un viaggio esplorativo ai confini dell’universo, alla ricerca di una sorta di connessione tra spazio cosmico e spazio interiore, musica e astronomia, emozione e voglia di conoscenza. Il tutto espresso dalle due lunghe suite (Objects Outlive Us e The Overview) che compongono il nuovo album The Overview, ottavo lavoro solista del musicista inglese.

Ispirato all’effetto panoramico sperimentato dagli astronauti mentre osservano la Terra dallo spazio, “The Overview Effect”, come lo ha definito lo scrittore Frank White nel 1987, The Overview è un’esperienza di altissimo valore umano e spirituale (come diceva Verdone nel film Acqua e Sapone fingendosi Padre Spinetti), che ha messo Wilson in diretto contatto col mistero dell’universo, col mistero della fede, col mistero del cosmo.

Così, immaginando di ritrovarsi nello spazio a osservare quel minuscolo puntino chiamato Terra, il compositore e polistrumentista anglosassone indugia sulla bellezza e la fragilità del “nostro” pianeta e su quanto sia insignificante la specie umana in relazione all’intero universo. Quell’universo che c’era prima di noi e che sopravvive alla vita umana. Però, come affermava Arthur Schopenhauer, ognuno fa di sé il centro dell’universo, riporta tutto a se stesso e anche tutto ciò che vi accade all’interno (“guardando in basso i nostri ombelichi, non siamo più in grado di trovare una sorta di prospettiva”).

Con una carriera pluridecennale alle spalle e l’acquisizione di un’identità stilistica ormai più che riconoscibile, grazie anche a quell’ambizione umana di scoprire altri mondi da codificare, Steven Wilson continua ad assecondare la sua naturale evoluzione creativa, tutt’altro che accondiscendente nei confronti della cultura streaming, e ad inseguire sfide sorprendenti per se stesso e per le aspettative dei suoi fan, anche a costo di scatenare il disappunto del suo pubblico. Eh sì, perché i vecchi fan del rock vogliono ancora i grandi spettacoli fatti di ripetizioni.

Con il contributo di fidati collaboratori come Craig Blundell alle percussioni, Adam Holzman alle tastiere, Randy McStine alle chitarre e Andy Partridge degli XTC in qualità di co-autore dei testi di Objects Outlives Us, oltre alla moglie Rotem chiamata a fare da voce narrante, Steven Wilson ci guida dunque all’interno della sua percezione di “effetto overview”, in questa nuova avventura polifonica e divulgativa che può provocare, e mescolare, sensazioni contrastanti come tristezza e smarrimento, oppure incanto e meraviglia.

The Overview è un concept racchiuso in 42 minuti di rock espansivo sulla scia audio spaziale di The Harmony Codex, dove storie intime e di ordinaria quotidianità si intrecciano l’una con l’altra contrapponendosi alla grandezza indefinita dell’universo. Una proiezione contemporanea e personale che consiste nel filtrare le coordinate classiche del genere prog (King Crimson, Yes, Genesis) e la psichedelia onirica dei Pink Floyd attraverso il prisma creativo di Wilson, trasformando quelle influenze in un suggestivo mosaico di suoni caldi ed eterei in grado di stimolare evasione e introspezione.

L’intento è quello di rielaborare e relativizzare l’idea di suite rock tradizionale, per rendere più ampio, comunicativo, melodioso e futuribile il significato di musica progressive. Se la prima suite, Objects Outlive Us, evidenzia riferimenti più affini al rock progressive e a certo post-rock amniotico dagli echi thomyorkeani, la seconda, The Overview, mostra un’ispirazione più incline alla visione digitale-elettronica di Jean-Michael Jarre e Tangerine Dream, con atmosfere trance-ambient che fluttuano e si dilatano in assenza di gravità, passando per bassi profondi, richiami pianistici, percussioni robotiche e soundscapes cinematici che accarezzano la malinconia dei sensi.

Il viaggio di The Overview termina nel finale strumentale e contemplativo per sax e tastiere di Permanence, che raggiunge uno stato di quiete sensoriale in cui è lecito abbandonarsi totalmente. Le cose che ci circondano, come l’universo e l’arte, continueranno ad esistere per molto tempo dopo di noi, a sopravvivere al nostro passaggio terreno. Ed è proprio questa la vera permanenza del tempo.

“Nel contesto dell’universo, la mia vita non significa nulla, quindi posso anche sfruttarla al meglio e godermi il viaggio. Penso che questo sia un messaggio importante”, afferma Steven Wilson, presentando l’uscita del suo nuovo album, “Guardate in alto, smettete di fissare il vostro dispositivo digitale e iniziate a osservare il bellissimo pianeta su cui vivete, il cosmo che ci circonda. Avete il privilegio di continuare a vivere. E vi siete dimenticati di guardare in su, nel resto dell’universo”.

Tracklist:

OBJECTS OUTLIVE US
No Monkey’s Paw
The Buddha of the Modern Age
Objects: Meanwhile
The Cicerones
Ark
Cosmic Sons of Toil
No Ghost on the Moor
Heat Death of the Universe

THE OVERVIEW
Perspective
A Beautiful Infinity I
Borrowed Atoms
A Beautiful Infinity II
Infinity Measured in Moments
Permanence

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