The New Regime: recensione di Heart Mind Body & Soul – 6 marzo 2020

The New Regime

Heart Mind Body & Soul

Elitist Enterprises LLC

6 marzo 2020

genere: industrial rock, synth rock, elettro-rock, elettro-funk

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Esiste un mondo forse più saturo e inflazionato, ma che al tempo stesso è l’unico a continuare a offrire
spazio a qualunque artista, di quello della musica underground?

Probabilmente no, ma il pezzo d’arte che
porta il nome di Heart Mind Body & Soul è sicuramente inquadrabile in questo contesto. L’opera, targata The New Regime, è frutto del genio di Ilan Rubin, noto per aver ricoperto il ruolo di batterista per nomi di fama mondiale quali Paramore, Lostprophets, ma soprattutto Nine Inch Nails, band con la quale vanta svariati anni di militanza.

Qui però Rubin decide di lasciar perdere momentaneamente le arene e di prendersi il suo meritato spazio per fare uscire il nuovo full lenght del suo progetto solista, suddiviso inizialmente in quattro EP e in cui appare anche in veste di polistrumentista, nonché lead voice, dimostrando una poliedricità e un talento decisamente superiori alla media.

Il disco si presenta come un lavoro complesso, permeato da una grande varietà di influenze, tanto che a tratti ci si potrebbe chiedere se sia tutto frutto di un unico artista, ma a fare da denominatore comune è il groove, come si può notare dall’ascolto delle prime tre tracce: A Way To Feel Again è un pezzo che potrebbe tranquillamente trovarsi
nella discografia dei Nine Inch Nails, gli ingredienti ci sono tutti; un beat che si mixa alla perfezione con un riff di basso accattivante, per poi esplodere in un coinvolgente ritornello ricco di tastiere e synth; difficilmente l’ascoltatore riuscirà a stare fermo durante l’ascolto, effetto che ritroviamo anche nella seconda
traccia Surreal Disaster (e nella più inoltrata Knocking Down Your Door).

Anche qui le linee di basso, assieme alle ricercate parti di batteria fanno da ruota trainante, con strofe in cui emerge l’influenza dei Muse di Matt Bellamy e un ritornello in pieno stile Panic! At The Disco, senza dubbio un altro grande episodio. Con You Can Be (Whoever You Want To Be) Ilan Rubin tira il freno a mano, passando a un pezzo più introspettivo e dalle tinte ancora più elettroniche, accostabile a Il Cielo Su Torino dei nostrani Subsonica, per poi tornare alle precedenti influenze sul ritornello.

Il pit stop del mastermind però è di breve durata, perché con la titletrack si raddoppiano i bpm e le atmosfere si fanno decisamente più hardcore, con le chitarre a fare da colonna portante e che ci riportano con la mente ai lavori di band come My Chemical Romance e Jimmy Eat World. Si torna ai beat e a un dimezzamento di velocità con pezzi come Struggle In My Bones e Do Right By
Me, delle tinte decisamente più pop e più immediati rispetto ai precedenti, che possono far tirare il fiato all’ascoltatore, anche per via di una ben azzeccata posizione all’interno della tracklist.

La cupa e riflessiva Sweet Kind Of Suffering ci riporta invece al clima di introspezione già sperimentato in precedenza, con la differenza che qui troviamo un’atmosfera più pesante, complici un cantato più sofferente e degli innesti di chitarre di chiara ispirazione ambient.

Con It’s Gonna Be Ok, Rubin ci propone un brano decisamente più
solenne e al tempo stesso malinconico, che tuttavia non stanca l’ascoltatore grazie al finissimo arrangiamento: terzine al timone e tastiere con riff che sembrano provenire direttamente da una produzione degli Arcade Fire, degne di una colonna sonora da film colossal, rendono il pezzo fruibile e scorrevole.

Ma proprio quando si poteva pensare che le infinite influenze musicali dell’artista fossero finite, ecco che quest’ultimo tira fuori dal cilindro quella dolcissima e sognante ballad che è Tell Me What You Want, che tuttavia non manca di qualche difetto: poco più di due minuti e mezzo di durata e la sensazione di incompiuto lasciata dalla mancanza di un assolo o di una qualsiasi variazione all’interno del brano non rendono giustizia a un brano che, fosse stato sviluppato meglio, poteva essere uno dei momenti più alti di tutto il disco.

Da qui comincia una serie di episodi gradevoli ma che mancano di quella personalità e guizzo tali da renderli memorabili: è il caso di Destructive Patterns, di Turning A Blind Eye e di Feel No Pain, nonostante la seconda venga salvata dall’ottima parte di basso, strumento cui si deve definitivamente la
buona riuscita di svariati pezzi dell’opera.

Il tiro torna a correggersi con I’ll Never Let You Let Me Down, brano dove si riprende l’acceleratore, mischiando il cupo a sonorità dance, con risultati ben sopra la sufficienza. Passando ora a guardare cosa la one man band di Ilan Rubin ci ha riservato per il gran finale,
ritroviamo in Smoke & Mirrors le atmosfere pompose e solenni di inizio disco, che esplodono in un azzeccatissimo ritornello e in un riff decisamente accattivante, con una solida prestazione vocale in grado di reggere il confronto con un comparto ritmico validissimo.

L’epilogo è affidato a She Had Me Wrong, ballad malinconica e nostalgica, dove troviamo una delle prestazioni vocali migliori di tutto il disco, che si fonde
alla perfezione agli arpeggi di chitarra e in grado di farci viaggiare nei meandri più profondi della nostra mente.

Il nuovo lavoro in studio di Ilan Rubin è quindi un ottimo prodotto, in cui emerge tutto il talento e la capacità di un artista che si dimostra non essere secondo a nessun altro compositore che si rispetti, ma che tuttavia risulta viziato da quello che forse si potrebbe definire un eccesso di ambizione: sedici brani e troppa carne al fuoco in alcuni punti rischiano di far perdere il senso di ciò che si sta ascoltando.

Se infatti nella prima parte del disco non troviamo punti deboli, ecco che questi emergono nella seconda parte, salvata
tuttavia da un finale che non farà certo rimanere l’amaro in bocca a chi sceglie di compiere questo viaggio musicale.

Andrea Macao

Tracklist:

1. A Way To Feel Again

2. Surreal Disaster

3. You Can Be (Whoever You Want To Be)

4. Heart Mind Body & Soul

5. Struggle In My Bones

6. Sweet Kind Of Suffering

7. Do Right By Me

8. Knocking Down Your Door

9. It’s Gonna Be Ok

10. Tell Me What You Want

11. Destructive Patterns

12. Turning A Blind Eye

13. I’ll Never Let You Let Me Down

14. Feel No Pain

15. Smoke & Mirrors

16. She Had Me Wrong

Formazione: Ilan Rubin – tutti gli strumenti

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