The Shifty Split: recensione di Only After

The Shifty Split

Only After

Brutture Moderne

23 settembre 2022

genere: psych wave, folk noir, oriental beat, elettronica, darkwave, funk, rockabilly, psichedelia etnica

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

A distanza di vent’anni dall’esordio discografico, i The Shifty Split – progetto capitanato dal cantautore piemontese Renato Elia – mandano alle stampe il loro nuovo album intitolato Only After, edito per l’etichetta di culto Brutture Moderne e anticipato dall’uscita dei singoli New Shape e Behind The Corner.

Le reunion di band storiche della musica rock – sia mainstream sia underground – rappresentano, oggigiorno, l’ultimo atto di sopravvivenza per tutti quelli che, tra promesse e aspettative, sono ancora aggrappati al setaccio nostalgico e anacronistico delle mezze stagioni. Un modo come un altro per travestirsi da nuovo debutto, da seconda giovinezza, cercando, per quanto possibile, di ricalibrare certi ingranaggi.

L’esperienza di rifondazione dei The Shifty Split, condotta da parte di Renato Elia (artista d’Ivrea già in attività in diverse realtà musicali, tra cui Infinity Within, Sonatundo, Belalugosi e Jennifer Gentle), si raccoglie nel tentativo di rimettere in funzione un vecchio motore, di riesumare una residua brace emotiva e riassemblare qualcosa di già esistente nell’inconscio di un collettivo composto da Renato Elia: voce, pianoforte, tastiere, oak chitarra; Massimiliano Amadori: chitarra elettrica; Marco Bovi: chitarra elettrica e acustica; Jan Falinski: chitarra elettrica; Francesca Gallo: voce; Francesco Giampaoli: basso, contrabbasso, percussioni, Moog DFAM, chitarra elettrica, mellotron; Diego Sapignoli: batteria, percussioni, marimba.

Assecondando una differente ispirazione visionaria e una particolare attenzione a certe sonorità dal retrogusto vintage, Only After si pone – nel suo insieme narrativo che ruota intorno alla figura di Alexandre Marius Jacobe, l’anarchico francese che ispirò le gesta di Arsenio Lupin – come critica nei confronti delle dinamiche compromissorie e parassitarie di una contemporaneità sempre più metaversica, di una società impantanata tra convenzioni e contraddizioni, in cui la forbice tecnologica ha creato veri e propri solchi conflittuali nel contesto delle dinamiche interattive, mentre il senso di appartenenza si è via via adeguato al concetto di convenienza.

Musica, parole e immagini – non per forza in quest’ordine – convergono all’interno di un affresco emozionale dalle atmosfere eclettiche e ricco di sfumature e contaminazioni eterogenee: si va dal surf e rockabilly a sperimentazioni acustiche di lennoniana memoria, dalle seducenti stimolazioni del dance-funk di rimando Inxs (Night Workers) alle ritmiche elettrificate del Mersey Beat alla The Kinks, dalle vibrazioni di certo percussionismo etnico alle morfinose dilatazioni di psichedelia bristoliana, passando per l’elettricità compulsiva e seminale dei Talking Heads di Psycho Killer (Brace Yourself) e attraverso la malinconica introspezione di foschie folk noir e spy-wave.

Con Only After, i The Shifty Split riescono dunque a plasmare uno spartito elastico e dinamico, in grado di spostarsi, in pochi istanti, da un’epoca temporale all’altra, stringendosi attorno a melodie articolate – quand’anche anti-pop – e confluendo tutte le conoscenze stilistiche a disposizione all’interno di una sottilissima pellicola di enfasi emotiva.

facebook/The Shifty Split

Membri della band:

Renato Elia: voce, pianoforte, tastiere, oak chitarra; Massimiliano Amadori: chitarra elettrica; Marco Bovi: chitarra elettrica e acustica; Jan Falinski: chitarra elettrica; Francesca Gallo: voce; Francesco Giampaoli: basso, contrabbasso, percussioni, Moog DFAM, chitarra elettrica, mellotron; Diego Sapignoli: batteria, percussioni, marimba

Tracklist:

1. The House

2. Oil Fable

3. Brace Yourself

4. The Promise

5. Behind The Corner

6. New Shape

7. Night Workers

8. Only After

9. Morphine

* Cover concept: Carlo “Torre” Torresin e Luigi “Gigio” Bonizio – Graphics: Matteo Pozzi

* Prodotto, arrangiato, mixato e registrato da Francesco Giampaoli presso lo “Studio al Mare”, Lido di Dante di Ravenna

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