Best Of Metal 2024 di Fotografie Rock

Premessa: non sparate sul recensore!
Raramente ho avuto tanta difficoltà nello stilare una top ten, perché, signore e signori, ci siamo imbattuti in un’annata musicale memorabile al punto da stamparla sulle cover degli album come si fa per i vini pregiati: comeback strepitosi, veri e propri capolavori, album mozzafiato, nuove uscite superiori alle aspettative, side project, opere inaspettate e insospettabili, il tutto in una galassia già tanto variegata e cosmopolita come quella dell’heavy metal. Difficile persino orientarsi, figuriamoci incasellare, ordinare e classificare. Dovrò restringere il campo ai dischi sui quali mi sono maggiormente soffermato, perché più hanno saputo emozionarmi nell’intrico un po’ caotico dei miei ascolti.

Selezione a cura di Marco Calvarese

_______________

10. Wraith – Fueled By Fear

È l’album della definitiva consacrazione di una band che non rinnega il suo marchio vetero-speed-thrash, ma ne fa il basamento su cui costruisce un’opera ricca di sfumature e che trasuda rabbia e grezzume come solo il buon vecchio thrash metal sa fare. Tritasassi.

Wraith: recensione di Fueled By Fear

9. Suicidal Angels – Profane Prayer

Ci spostiamo in Grecia, ma restiamo sul filone thrash, perché, con questo splendido prodotto, la band del carismatico frontman Nick esce dalle secche dell’underground per stagliarsi tra gli astri del thrash europeo. Lo fa restando fedele al proprio imprinting “teutonico” ma arricchendo la proposta di dettagli, creatività, strumenti non convenzionali e melodia, sfornando il proprio capolavoro. Maturo.

Suicidal Angels: recensione di Profane Prayer

8. Dark Tranquillity – Endtime Signals

Il ritorno dei cofondatori del Gothenburg sound vede Mikael Stanne e soci stringere in un unico abbraccio l’intera storia della band e le sue caleidoscopiche venature creative, per sintetizzarle e mescolarle in 50 minuti di musica di squisita fattura. Un perfetto mix di dark e melodic metal ispirato, malinconico e potente. Di classe.

Dark Tranquillity: recensione di Endtime Signals

7. Blaze Bayley – Circle Of Stone

Un platter perfetto dalla prima all’ultima nota: intimo, profondo, riflessivo, quasi avviluppato su sé stesso, una combo perfetta di melodia e velocità per un ritorno in grande stile dell’ex frontman degli Iron Maiden. Il disco che più mi ha sorpreso quest’anno. Emozione su pentagramma.

Blaze Bayley: recensione di Circle Of Stone

6. Judas Priest – Invincible Shield

Davvero un ritorno pazzesco, per i padri dell’heavy metal: una band in grande spolvero, fedelissima al proprio inconfondibile sound, con doti tecniche immense poste al servizio dell’emozione e dell’headbanging, così come il genere richiede. Album ad alti ottani che va dritto al sodo, non paga alcun dazio all’età di Rob & Co. e riesce a suonare classico e attuale al tempo stesso. Entusiasmante.

Judas Priest: recensione di Invincibile Shield

5. Exocrine – Legend

A mio gusto, quest’anno, gli Exocrine hanno lasciato il segno, mettendo sul piatto una proposta profondamente intrigante, ricca di pathos, in cui il caos apparente mostra un controllo invidiabile. La brutalità, infatti, funge da substrato, come un terreno fertilissimo in cui siano state scavate accoglienti buche dove le contaminazioni rappresentate da jazz, musica classica ed elettronica si innestano alla perfezione creando un giardino sonoro ricchissimo. The next big thing.

Exocrine: recensione di Legend

4. Skeletal Remains – Fragments Of The Ageless

La combo californiana trova la chiave della consacrazione, implementando la componente catchy senza fiaccare la propria macchina distruttiva, né snaturare il proprio sound. Riff tecnici e coinvolgenti al tempo stesso, fluidità, assoli di livello, violenza ad alto grado di controllo e ragionevolmente incanalata lungo il solco della melodia. Semplicemente perfetto.

Skeletal Remains: recensione di Fragments Of The Ageless

3. Blood Incantation – Absolute Elsewhere

A dire il vero, sul podio avrei dato un ex equo, perché i tre dischi che più mi hanno colpito sono, a giudizio di chi scrive, dei capolavori che si riascolteranno negli anni. Disco della piena maturità anche per i Blood Incantation, che, forti di tecnica e ispirazione invidiabili, nella loro ultima fatica discografica hanno fatto sapiente ricorso all’intero spettro sonoro che va dalla psichedelia al brutal death, condendo il tutto con dosi generose di synth e regalando una proposta musicale ricca di atmosfera e percezioni sensoriali. Un concept profondo e ispirato che ha la forza evocativa della musica classica, ma fa leva su tutt’altri spartiti sonori e picchia sodo mentre fa sognare. Geniale.

Blood Incantation: recensione di Absolute Elsewhere

2. Atrophy – Asylum

Quanto ho aspettato questo disco… confesso che è il mio preferito: un comeback assassino, un vero manuale del thrash che non cade mai nel banale, non fa copia e incolla dal passato, è fresco e travolgente come un tornado. Devastante, creativo, vario, dotato di una carica violenta e, insieme, raffinata, di riffing e melodie vocali memorabili per un mix di assoluta forza distruttiva dalla prima all’ultima nota. Chi lo ha detto che gli intramontabili appartengono solo ad altre epoche? Instant classic.

Atrophy: recensione di Asylum

1. Ihsahn – Ihsahn

Dal primo ascolto dell’omonimo di questo immenso compositore e polistrumentista, mi sono detto che il suo sarebbe stato il disco del 2024 e, forse, dell’intero decennio. A distanza di dieci mesi, sono fermo sulle mie convinzioni. Un’opera di musica classica contemporanea, arrangiata come fosse la colonna sonora di un film anni 50, dalla trama fortemente introspettiva che segue le azioni ed emozioni del protagonista e si mescola in perfetta armonia con il post-black metal (ma, per chi non amasse le sonorità estreme, c’è anche la versione interamente orchestrale). Per l’ascoltatore occorre solo lasciarsi andare al flusso delle emozioni e goderne tutto d’un fiato. È il 2024, Ihsahn ci ha regalato la sua “nona” e vi consiglio caldamente di non passare oltre: rischiereste di mancare l’appuntamento con la storia. Indimenticabile.

Ihsahn: recensione di Ihsahn

E adesso? Dobbiamo rassegnarci ad un 2025 obtorto collo inferiore? Niente affatto, perché già si profilano nuove uscite da urlo e, ne sono certo, le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Keep the faith and stay tuned!

© 2024, Fotografie ROCK. All rights reserved.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.