Malacarne: recensione di Ci Serve Un Barman (EP)

Malacarne

Ci Serve Un Barman (EP)

autoproduzione

30 novembre 2019

genere: hip hop, industrial metal, hardcore punk, crossover, noise

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Il 30 novembre 2019, sotto autoproduzione, è uscito Ci Serve Un Barman, il primo EP dei Malacarne.

La band di Caltanissetta propone una formula decisamente inflazionata, ossia un crossover tra l’hip hop “vecchia scuola” (anche se bisognerebbe sempre dire “middle school”) e svariati sottogeneri del metal e del rock, come l’industrial, l’alternative e l’hardcore punk.

Nonostante il traffico di artisti che hanno percorso queste strade in passato, i Malacarne risultano ispirati e motivati nella realizzazione delle cinque tracce che compongono il lavoro. Si tratta di un progetto ruvido e tagliente, dove un muro di suono massiccio funge da cuore
dell’intera release, eliminando il bisogno di virtuosismi e arzigogoli ad abbellire.

Le ritmiche sono serrate e potenti ma comunque varie, in grado di mutare forma e intenzione più volte all’interno di una stessa canzone. I capitoli migliori sono Le Lacrime Del Mio Nemico, il quale gode di una poetica sfacciata e maledetta oltre che di un suono tirato e dinamico, e Whiskey di Palma, uno sfogo paranoico e
guerrigliero che pecca solamente per l’eccessiva durata della composizione.

L’approccio vocale è suggestivo: il flow di Tabonimous richiama lo stile del rap italiano di metà anni ’90 e di inizio millennio. La stessa pronuncia delle parole porta l’ascoltatore a fare link di pensiero con artisti come DJ Lugi e
Joe Cassano e Inoki Ness.

L’aspetto lirico è tecnicamente valido e decisamente crudo, una vera (e nera) espressione del disagio, interiore e sociale, incastrata in metriche serrate. I testi non badano alla morale (e soprattutto ai moralismi) e mostrano grande schiettezza e sincerità, lontani da inutili metafore o figure retoriche di qualsiasi tipo.

Il problema principale di Ci Serve Un Barman è, purtroppo, il missaggio: questo, più o meno volutamente, risulta grezzo e sporco, pasticciando soprattutto negli equilibri tra la voce principale,
le sporche e le doppie, rendendo spesso di complicata intelligibilità le parole che compongono i testi.

Questa mancanza risulta ancora più spiacevole visto l’interessante approccio interpretativo alle linee vocali secondarie, ricche di potenza e di scream ben inseriti nelle strutture dei pezzi, ma ostacolate da problemi tecnici nel valorizzare a dovere le primarie.

In ogni caso, i siciliani Malacarne hanno messo a nostra disposizione un assaggio del loro talento e del loro stile grazie a un progetto di grande consistenza e di piacevole scorrevolezza, lasciandoci
curiosi verso il loro domani musicale.

Alberto Maccagno

TRACKLIST:

1. Siamo Vivi o No

2. Le Lacrime Del Mio Nemico

3. Let Me Feel The Dark

4. Whiskey di Palma

5. Tutti Che Muoiono

FORMAZIONE:

Tabonimous – voce

Janpaolo Peritore – chitarra, voce secondaria

Graziano Scalia – basso, voce secondaria

Daniel Ferrara – batteria, voce secondaria

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