Recensione a cura di Chiara Profili
8 Aprile 1982.
Esce Toto IV; come dice il nome, il quarto album in studio dei Toto.
I Toto erano partiti bene, con un grande album di esordio, ma i successivi Hydra e Turn Back non avevano convinto come il debutto omonimo. La casa discografica Columbia Records aveva deciso, però, di dar loro un’ultima possibilità e i Toto centrarono l’obiettivo.
Incisero un disco dal quale estrassero un singolo dopo l’altro; ad aprire le danze (nel vero senso della parola, se avete presente il videoclip) fu Rosanna, prima traccia e primo singolo, uno dei brani più noti della band statunitense. La voce nitida di Bobby Kimball, la sezione di fiati, senza dimenticare la memorabile parte ritmica di Jeff Porcaro, rendono questo brano un grande classico degli anni ‘80.
Segue la bellissima Make Believe, di cui mi colpisce sempre, oltre all’intro di pianoforte a metà fra i Beatles ed Elton John, la musicalità del sassofono.
I Won’t Hold You Back è una piacevole e sdolcinata, ma anche malinconica ballad, scritta dal chitarrista Steve Lukather, mentre i ritmi si rifanno incalzanti in Good for You, altro brano notevole.
Passando al lato B dell’LP troviamo subito un altro singolo, Afraid of Love. Bel pezzo rock, azzeccatissima la scelta di farlo cantare a Lukather, la cui voce è sicuramente più adatta a questo genere di pezzi, rispetto a quella di Kimball.
Lovers in the Night è una sorta di prosecuzione del brano precedente, l’intro di pianoforte di David Paich, che in questo pezzo è anche la voce principale, funge da ponte con Afraid of Love.
Stupendo anche l’assolo di chitarra. Quello che colpisce dei Toto è che riescono a combinare tra di loro i diversi strumenti trovando un’armonia che li rende unici nel loro genere, inoltre la presenza di più cantanti all’interno della band permette loro di spaziare tra diversi stili e tonalità.
Tant’è che Waiting for your Love è un brano funkeggiante, un po’ alla Michael Jackson, che contiene un bellissimo assolo di tastiera. Non è un caso che abbia citato il Re del Pop, poiché la sua storia è strettamente collegata a quella dei Toto. La band statunitense ritardò infatti proprio la promozione di Toto IV perché si trovava impegnata nelle registrazioni di Thriller. La canzone Human Nature fu scelta da Michael Jackson rovistando tra i demo dei brani che erano rimasti esclusi da Toto IV. Steve Porcaro ha più volte raccontato come il suo pezzo sia finito nelle mani di MJ ed è una storia davvero affascinante, vi consiglio di cercare il video su YouTube nel quale spiega tutto.
Tornando a Toto IV, last but not least, alla fine del disco troviamo l’inossidabile Africa. È stata di recente creata un’installazione artistica, nel deserto della Namibia, nella quale un lettore mp3 riproduce all’infinito il celebre brano dei Toto. La stessa cosa che avviene nella testa di chi ascolta Africa anche solo per una manciata di secondi.
Toto IV è un disco da ascoltare più volte di seguito, dall’inizio alla fine, per coglierne le diverse sfaccettature e per capire la grandezza di questi incredibili musicisti. Un album assolutamente imprescindibile per gli amanti dei classici.
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