Air: recensione di Moon Safari

Air

Moon Safari

Source

27 gennaio 1998

genere: elettronica, dream pop, brit pop

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Recensione a cura di Anna Tassello



Alla fine del secolo scorso, due giovani di Versailles decisero di lasciare il pianeta Terra per un safari lunare a bordo di un’astronave dagli interni futuristici. Sembrava essere una missione complessa ed impossibile per gli esordienti Air, ovvero Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel: riportare a galla il pop più raffinato unendolo all’elettronica, utilizzando un approccio quasi “cinematografico” rubato a grandi maestri quali Lai, Umiliani e Morricone.

Il fenomenale debutto degli Air avvenne nel gennaio del 1998, quando all’uscita di Moon Safari si assistette alla trasformazione di due timidi sconosciuti musicisti francesi in superstar da milioni di album venduti. Il successo del disco arrivò nel bel mezzo dell’epoca d’oro dei francesi: infatti, mesi prima, anche i connazionali Daft Punk davano alle stampe il loro Homework, il quale ebbe un gran riscontro tra il pubblico.

Gli Air, però, avevano poco in comune con i Daft Punk: il loro desiderio non era quello di far ballare, ma di far sognare ed innamorare i propri ascoltatori. Non a caso, la scelta del loro nome è un acronimo che sta per Amour, Imagination e Rêve, ossia Amore, Immaginazione e Sogno. Questi sono i tre ingredienti alla base dei dieci brani raccolti in questo album, un contenitore di fantasie ed ambizioni dei compositori, nonché un elegante omaggio alla musica pop dei decenni precedenti. 

L’irresistibile ed ipnotico giro di basso di Sexy boy e quello saltellante di Kelly Watch the Stars mettono in luce la vera natura degli Air: brani strumentali come La Femme d’Argent, Talisman e Le Voyage de Pénélope sono esempi di una maestria compositiva imbevuta di bossa nova, jazz e psichedelia.

Con la robotica Remember e la malinconica New Star in the Sky, il duo francese nasconde le proprie lievi voci dietro effetti e synth analogici; al contrario, in ballate pop come You Make it Easy e All I Need, quest’ultima di certa ispirazione per i norvegesi Röyksopp, lasciano volentieri il microfono a Beth Hirsch, statunitense, che con il suo timbro caldo ed avvolgente dona ai brani una grande sensualità.

La delicata Ce Matin-là, tributo alla dolcezza di Burt Bacharach, corrisponde al momento più alto del disco, con tanto di orchestra registrata agli studi Abbey Road di Londra.

Moon Safari, un capolavoro di dolcezza elettronica sospeso tra le chitarre del grunge e la carica del britpop, rappresenta una pietra miliare nella ricchissima scena musicale di fine millennio, nella quale i suoni del passato vengono reinterpretati in chiave spaziale e moderna senza mai annoiare. 


Membri della band:

Jean-Benoît Dunckel: sintetizzatori, tastiere
Nicolas Godin: basso, chitarra, chitarra acustica, voci, violoncello, batteria, armonica a bocca, percussioni
P. Woodcock: chitarra acustica, tuba Marlon: batteria
David Whitaker: arrangiamenti della sezione archi
Stephane Brian: ingegnere del suono Beth Hirsch: voce
Eric Regert: organo

Tracklist:

1. La Femme d’Argent
2. Sexy Boy 
3. All I Need 
4. Kelly Watch the Stars
5. Talisman 
6. Remember 
7. You Make It Easy 
8 Ce Matin-Là 9. New Star in the Sky 
10. Le Voyage de Pénèlope 

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