Beth Gibbons: recensione di Lives Outgrown

Beth Gibbons

Lives Outgrown

Domino Recording Company

17 maggio 2024

genere: folk acustico, dark folk, atmospheric folk, etno-folk

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Lives Outgrown è l’atteso comeback discografico di Beth Gibbons, nonché primo album solista per la storica vocalist dei Portishead. Una gestazione lunga oltre dieci anni che la cinquantanovenne artista britannica ha sfruttato per radunare esperienze individuali e background sonoro all’interno di un linguaggio intimo, suggestivo e autobiografico, mescolando i toni terrosi del folk a musicalità eterogenee in grado di rievocare mondi antichi e sotterranei.

“È un album legato a cose reali, al punto che, a volte, è quasi doloroso da ascoltare. Ma c’è una bellezza nella tristezza”, dice James Ford, produttore di Blur, Depeche Mode, Arctic Monkeys, che ha collaborato alla realizzazione di questo disco. Oltre a Ford, Beth Gibbons si è affidata al percussionismo etnico di Lee Harris, ex batterista dei Talk Talk.

Quasi a voler simboleggiare le quattro fasi della vita (come raffigurato nell’artwork di copertina), Lives Outgrown rappresenta una profonda esplorazione sulla conoscenza della vita stessa, lungo un sofferto percorso di ricerca introspettiva capace di interrogare noi tutti; la confessione di una donna adulta che fa i conti con il passato, con i compromessi e la disillusione della crescita, nel confronto con il proprio fardello (Burden Of Life) e l’inesorabile scorrere del tempo.

“Quando sei giovane, non sai mai il finale, non sai come andrà a finire. Prima avevo la sensazione di poter cambiare il mio futuro, ma quando sei di fronte al tuo corpo, non puoi fargli fare qualcosa che non vuole né può fare. Ed è una tristezza che non avevo mai provato”, come ha dichiarato la stessa Gibbons.

Sotto l’aspetto testuale, assecondando il dilemma “kunderiano” sulla necessità umana di leggerezza e pesantezza, Beth Gibbons riflette sui cambiamenti (“time changes, life changes, love changes things, and all that I want is to love you”), le perdite, la mancata gravidanza (“fooled ovulation, but no babe in me, and my heart was tired and worn”), la dolorosa consapevolezza di quando è troppo tardi per poter tornare indietro (“feeling the fall of the beautiful, the wild has no more to give, gone too deep, gone too far to rewind”) e le storie individuali di ognuno di noi destinate al medesimo oceano (“no answers are there, no answers of why, cause the burden of life just won’t leave us alone”).

Eppure, in mezzo a tutta quella malinconia, a tratti drammatica, e nonostante il ricordo di una bellezza sfiorita, c’è ancora spazio per gli sguardi positivi, per tenui afflati di vitalità (Beyond The Sun, Whispering Love), come quello di recuperare il valore del qui e ora (“I’m floating on a moment, don’t know how long, no one knows, no one can stay, all going to nowhere, but all we have is here and now”).

Facendosi soundtrack di un sentimento di desolazione interiore, nell’incantesimo di una emotività spontanea e toccante alla Tindersticks, le dieci tracce di Lives Outgrown dispensano un carattere denso, stratificato e ascetico, affrancandosi dall’elettronica brumosa dei Portishead. La timbrica vocale di Beth Gibbons, così raffinata e celestiale, è un’armonia che avvolge e coinvolge, che ammalia e incanta, fluttuando come un filo che si srotola e ondeggia attraverso un accurato ricamo di arpeggi melodiosi, luccicanti, vellutati e al tempo stesso enigmatici.

Ciò che affiora è l’intimità di una scrittura etno-folk pastorale, impreziosita dal violino di Raven Bush e scandita dalle vibranti pulsazioni ritmiche di una danza sensuale e ipnotica, mentre atmosfere cupe, oniriche, messianiche e arabeggianti rimandano all’epicità dei Dead Can Dance di Anastasis e ad alcuni lavori della Gerrard solista.

Ma è nell’episodio conclusivo di Whispering Love che ogni cosa sembra convergere verso un angolo di quiete catartica, nel tocco gentile e carezzevole di una nenia sognante, dove alla fine un canto di uccellini si mescola ai riverberi di delicate ambientazioni agresti, quasi a riscoprire un approdo di serenità in quella nuova luce naturale.

Tracklist:

1. Tell Me Who You Are Today 2. Floating On A Moment 3. Burden Of Life 4. Lost Changes 5. Rewind 6. Reaching Out 7. Oceans 8. For Sale 9. Beyond The Sun
10. Whispering Love

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