Double Syd: recensione di My Lonely Sun

Double Syd

My Lonely Sun

Urtovox Records

14 aprile 2023

genere: psych garage ’60, brit rock, alt-rock, raga rock, paisley underground

________________

Recensione a cura di Andrea Musumeci

Con l’idea nostalgica di rievocare la magia epica della scena rock anglosassone degli anni ’60 e rinverdire i più recenti fasti del brit-pop revival dei ’90, i Double Syd fanno il loro esordio discografico con l’album intitolato My Lonely Sun, edito per Urtovox Records e anticipato dall’uscita dei singoli My Sun, On My Paper e Wednesday Morning.

Così, nell’estetica intima, romantica, disincantata e umbratile di quello split generazionale che contraddistingue gli undici brani di questo primo step autorale, il duo rock pesarese – composto da Adelmo Ravaglia alla voce, chitarra e organo e da Enrico Liverani alla voce, chitarre, basso e batteria – rimette in circolo quello sfavillante e creativo caleidoscopico intreccio di suoni e atmosfere retrò, quasi a voler rintracciare in quell’immaginario musicale un parziale sollievo analgesico alla solitudine e ai traumi della quotidianità.

Se la prima parte del disco attinge dai riverberi più lisergici dei Beatles e rimanda a esplicite assonanze ritmiche con gli Oasis di Be Here Now (sia nel bridge di Wonderfall, riciclando il refrain di All Around The World, sia nel ritornello di On My Paper, identico a quello di Don’t Go Away), la seconda parte si rifà a dissonanze blues-psych-raga di marca Stone Roses (The Best Fantasy, She Is Rising) e a luccicanti strumming acustici di psichedelia folk-meteoropatica dalla sensibilità barrettiana.

Il tutto impregnato di vocalità slacker dalla gradazione morbida e morfinosa, in pieno stile british-oriented, eccezion fatta per l’episodio grunge di Let See – unico imprevisto di percorso – che in pratica riprende gli stessi accordi di Polly dei Nirvana, svincolandosi da quell’orbita sentimentale e calligrafica, come un iceberg che improvvisamente si stacca dal suo ghiacciaio d’origine per seguire una nuova rotta.

Fluttuando, dunque, all’interno di un giardino cosmico immerso nei colori effimeri di un arcobaleno, all’interno di uno spazio extrasensoriale in equilibrio tra malinconia e misticismo, tra sogno e realtà, i Double Syd accarezzano con nostalgia lennoniana il ricordo dell’infanzia, di quella condizione eterea e naïf in cui ogni cosa era innocenza ed evasione.

facebook/Double Syd

Membri della band:

Adelmo Ravaglia alla voce, chitarra ed organi; Enrico Liverani alla voce, chitarre, basso e batteria.

Tracklist:

1. My Sun 2. On My Paper 3. Violet 4. Wonderfall 5. The Best Fantasy 6. What I Want 7. Beatle 8. Wednesday Morning 9. She Is Rising 10 Let See 11. Space Western Blues

© 2023, Fotografie ROCK. All rights reserved.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.