Hollow Bone: recensione di Hollow Bone – 20 marzo 2020

Hollow Bone

Hollow Bone

Hellbones Records, Dreamingorilla Rec.

20 marzo 2020

genere: darkwave, psych, krautrock, drone, blues, post-rock, ambient

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Il 20 marzo 2020 è uscito, per Hellbones Records e Dreamingorilla Rec, il debut album omonimo degli Hollow Bone, anticipato dall’uscita del singolo Nontime.

La musica degli Hollow Bone, band milanese composta da Carlo Garof, Claudio Giuntini e Giona Vinti, è un ibrido strumentale che scandisce il tempo (sarebbe il caso di dire il “nontempo”) in maniera lenta, prolungata, solenne, liturgica e ridondante, attraverso percussioni tribali ed il ripetersi in loop di note in scala minore, in un tessuto policromo dalle sfumature darkwave, elettroniche, krautrock, post-rock e dalle ipnotiche strutture psichedeliche e droniche doom.

Darkwave, post-rock e drone music sono, tutt’oggi, territori senza dei confini ben delineati, aree fertili ancora da esplorare, un impressionismo opprimente dai contorni sfuggenti ed aperti a diverse interpretazioni, contaminazioni e percezioni. Una sorta di labirinto sacro e lisergico che richiama alla mente immagini e suoni della natura.

Il disco d’esordio del trio meneghino è un’esperienza extrasensoriale affascinante, destabilizzante e penetrante al tempo stesso. Si va dal blues più oscuro al krautrock cosmico, dalla psichedelia d’avanguardia alla new wave dark, dall’elettronica dronica fino, addirittura, alla musica western, per capirci, quella che si ascolta durante i famosi duelli al sole nell’attesa che uno dei due pistoleri spari.

Hollow Bone è un sottofondo musicale ideale per questi giorni di isolamento e riflessione spirituale. Un brusio elettronico e sciamanico che va a stimolare le nostre onde neuronali primordiali, generando, così, visioni e allucinazioni terapeutiche. Ascoltando le cinque tracce di questa release, la sensazione è quella di fluttuare sospesi nel vuoto (un osso vuoto), in assenza di forza di gravità, tra interferenze elettromagnetiche e vibrazioni orientaleggianti, dove tutto è così maledettamente etereo, bilanciato ed infinitamente esteso e dilatato.

Gli Hollow Bone ci accompagnano, dunque, in un luogo indefinito ed illuminato in lontananza da una luce quasi impercettibile, dandoci l’idea di trovarci di fronte ad un gruppo di extraterrestri con delle cornamuse elettroniche che, caduti in un wormhole spazio-temporale, finiscono nel bel mezzo di una antica cerimonia tibetana.

Tracklist:

1. Sacred Skull

2. Nontime

3. Sequoia

4. OOparts

5. Badlands

Membri della band:

Carlo Garof: drums, percussion, electronics

Claudio Giuntini: guitar

Giona Vinti: modular-synth, electronics

Featuring:

Jochen Arbeit (Einsturzende Neubauten) guitar, effects on sacred skull & sequoia – Matteo Bennici: cello on nontime – Bruno Germano: wurlitzer on badlands

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