I Maiali
Cenere/CENERE
Overdub Recordings
3 giugno 2022
genere: noise metal, doom, black metal, industrial metal, post metal, scream
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Recensione a cura di Andrea Musumeci
A distanza di tre anni dall’esordio discografico con Cvlto, la noise metal band romana I Maiali manda alle stampe il suo sophomore album intitolato Cenere/CENERE, edito per Overdub Recordings e raffigurato nel suggestivo artwork ad opera (anche in quest’occasione) del designer toscano Stefano Matteoli in arte Coito Negato.
“Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai”, come disse Dio ad Adamo. Oppure, “Ashes to Ashes”, come direbbe David Bowie. Segno evocativo e simbolico di quella fragilità materiale, di quella debolezza che è connaturata all’essere umano, di quella necessità di aggrapparci a qualcosa di divino in grado di guidarci e aiutarci, insieme all’illusione spirituale di poter risorgere dalle proprie ceneri, uscendone rigenerati e in qualche modo trasformati.
La seconda fatica in studio del quartetto capitolino – progetto nato nel 2016 e composto da Francesco Foschini alla voce, Daniele Ticconi alla chitarra, Matteo Grigioni al basso e Angelo Del Rosso alla batteria – si condensa intorno alla filosofia orwelliana di 1984 – caposaldo avanguardista e profetico della letteratura internazionale – proiettando lo scenario distopico di quel romanzo tra le asperità noise del proprio “stream of consciousness” e in mezzo alle mutevoli e cicliche pieghe del tempo.
Se da un lato il combo romano va a riesumare il rumore sordo dei fantasmi del passato, dall’altro riflette le sue inquietudini nella fanta-apocalisse della contemporaneità, imboccando le logiche alienanti di una società moderna che – ormai assuefatta all’orrore – non riesce più a sottrarsi da quella condizione di drammatica dipendenza e di conseguenza è costretta a produrre altro orrore.
Un sistema umanistico che lentamente, grazie alle flessibili strategie del terrore mediatico e politico e alla malvagità della normalità dell’uomo analizzata da Hannah Arendt, ha annientato la cultura del dissenso, dell’opposizione e ogni genere di coscienza collettiva: una realtà da cui fuggire, sempre più simile a un Truman Show, a un Grande Fratello, a uno Squid Game, in cui le dinamiche interattive sono state stravolte dall’egemonia di tecnologie matrixiane (in grado di controllare mente e inconscio), dalla mostruosità della mediocrità e da fiorenti ideologie polarizzanti, amplificate e inasprite dall’avvento della pandemia.
In questa nuova avventura autorale ed esistenziale, ripercorrendo il paradosso teorico kafkiano de Il Silenzio Delle Sirene, I Maiali raccolgono lo smarrimento dell’uomo moderno di fronte a un mondo che non riesce più a spiegare; un ingranaggio di cui è parte integrante e nel quale si sente sempre più estraneo e irreversibilmente piegato al suo stato di indifferenza cronica.
Tutto l’orrore dell’attualità diluito e scarnificato nelle dodici tracce di Cenere/CENERE, che si figura alla stregua di un ambiente tritacarne permeato da un’opprimente scenografia luciferina di colore blu scuro ultraterreno, dove corpi senz’anima – metà umani e metà animali, e al contempo “macellai e carne da macello di basso costo” – hanno sacrificato il potere della memoria e il desiderio di verità e conoscenza sull’altare del conformismo dei riflessi pavloniani, finendo per espellere diossine emotive che bruciano tra le fiamme tossiche di una civiltà alla deriva. Fertilizzante ideale per la realizzazione di quell’utopia negativa prevista in 1984.
Disorientamento, rabbia, nichilismo e l’urgenza di riversare questo crescente sentimento di malessere in musica: così, I Maiali provano a rappresentare – secondo la propria sensibilità e quella retorica ciclica che va dalla vita alla morte, dalla genesi al rogo purificatore, dalla polvere alla cenere – le fobie e i mostri freudiani che affliggono i nostri tempi, le peggiori torture rinchiuse nelle oscure stanze uno-zero-uno dell’individualismo, nel morboso appagamento di chi cerca di eliminare ogni prospettiva di emozione, auspicando solamente l’autopsia del genere umano.
La struttura compositiva di Cenere/CENERE – facendo da anello di raccordo tra il calligrafismo stilistico di Neurosis, Nailbomb e Godflesh – si materializza nelle urla strazianti e dilanianti che scorrono inesorabili all’interno delle dodici urne cinerarie che compongono questo percorso processionale: un assalto industrial-metal estremo, urticante, aggressivo, sferragliante, compresso e gravido di oscurità suburbana, in cui si mescolano allevamenti intensivi di rigurgiti death metal ed atmosfere granguignolesche, dissonanti, claustrofobiche e abrasive di rimando post-hardcore, soffocate a loro volta nelle cadenze ansiogene, marziali e caustiche del blast beat di matrice black metal.
Cenere/CENERE è un concept che ha come focus tematico le gesta epiche di un messia immaginario con la testa di maiale; un essere mitologico incagliato nei fondali più remoti e spaventosi degli abissi emozionali, perennemente in lotta contro se stesso, contro tutte quelle ossessioni che aderiscono alle subdole forme del potere e del controllo, alle paranoie e alle infezioni psichiche che ingoiamo e vomitiamo quotidianamente, nel baratro comatoso che precede il giudizio universale.
Membri della band:
Francesco Foschini: voce
Daniele Ticconi: chitarra
Matteo Grigioni: basso
Angelo Del Rosso: batteria
Tracklist:
1. Genesi
2. Ora, Sorgi
3. l’Orrore
4. Parassita
5. Stanza 101
6. Oblio
7. Messi∀
8. Sculture da Autopsia
9. Assalto Cannibale
10. (R)umore Blu
11. Plumbeo Giudizio
12. Io, Brucio
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