2 febbraio 1981.
Gli Iron Maiden realizzano il loro secondo album, ‘Killers’.
Il primo con Adrian Smith alla chitarra, l’ultimo con il frontman Paul Di’Anno.
Esiste qualcuno al mondo che non sappia chi siano gli Iron Maiden?
Giubbetti chiodo-borchiati, giacchetti di jeans, jeans stretti attillati, capelli lunghi e scarpe da basket.
Nessuno, però, può permettersi di dipingere i Maiden con i soliti stereotipati luoghi comuni. Rifiutarono il business punk di fine anni ’70 per dedicarsi alla loro musica. Per fortuna, aggiungerei io.
Proprio Steve Harris e soci furono parte integrante di quel movimento britannico che prese il nome di New Wave of Heavy Metal.
I Maiden furono la naturale evoluzione dell’hard rock anni ’70, un viaggio che comincia dai Sabbath e Deep Purple, e prosegue attraverso Judas Priest e Saxon, e che trovò il giusto mix e la maturità musicale proprio nel riffing, nel songwriting e nel sound maturo degli Iron Maiden.
Album dalla meravigliosa copertina, con un ‘Eddie’ più aggressivo rispetto a quello del debutto, ‘Killers’ si apre con un’introduzione strumentale, alla quale segue la bellissima ‘Wrathchild’, che parla della rabbia di un figlio che non ha mai conosciuto suo padre. Forse il brano di quest’album più conosciuto e più riproposto nei live.
Un altro gran pezzo è ‘Another Life’, che suona un po’ alla ‘Iron Maiden’ del primo omonimo disco, che aveva però un riff iniziale pazzesco; in questo brano, invece, la parte più interessante è quella strumentale alla fine della strofa, nonché l’assolo di chitarra. Credo che Paul Di’Anno fosse un ottimo cantante, ma la versione live di questo brano, interpretata da Bruce Dickinson, sprigiona un’energia dirompente che il brano inciso non possiede. I due frontman si avvicenderanno proprio dopo l’uscita di questo album, perché, diciamo così, se Bruce Dickinson sa pilotare gli aerei, al Di’Anno dell’epoca non avrei messo in mano nemmeno una bicicletta.
Il resto del disco è tutto molto bello, dalla title track alla più melodica ‘Prodigal Son’, rimanendo sullo stesso stile del precedente e sebbene non avesse riscosso molto successo commerciale in quei primi anni ‘80, verrà comunque rivalutato in seguito.
Ad oggi, ‘Killers’, è ancora un capolavoro del genere.
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