Iron Maiden: recensione di Iron Maiden

14 aprile 1980. Gli Iron Maiden pubblicano il loro omonimo album d’esordio.

La formazione era così composta: Steve Harris al basso, Dennis Stratton e Dave Murray alle chitarre, Clive Burr alla batteria e Paul Di’Anno al microfono. Nel ’75, Steve Harris fonda gli Iron Maiden, dopo lo scioglimento della sua seconda band, gli Smiler, con i quali scrisse Innocent Exile, Burning Ambition e Drifter, che verranno in seguito ereditate proprio dai suoi Maiden.

Per il nome della band, lo stesso Harris si ispirò alla Vergine di Norimberga, dopo aver visto il film “The Man In The Iron Mask”: una macchina di tortura a forma di sarcofago con delle punte all’interno del coperchio.

Il primo prodotto discografico degli Iron Maiden balza immediatamente al quarto posto della classifica inglese e suscita scandalo per la copertina del singolo Sanctuary – non incluso nell’edizione europea dell’album, nella quale Eddie ha appena pugnalato l’allora primo ministro Margaret Thatcher.

La fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 rappresentarono per la Gran Bretagna un periodo buio e difficile, dal punto di vista politico, economico e soprattutto sociale; dagli scontri con le forze dell’ordine, alla disoccupazione e alle droghe. Il tutto a causa della rigida e austera strategia politica del primo ministro Margaret Thatcher, che andò a colpire proprio la fascia sociale meno abbiente.

In questo clima, trovò terreno fertile il punk, con il quale gli Iron Maiden dovettero confrontarsi sin dall’inizio, proponendosi con una formula alternativa rispetto a realtà quali Sex Pistols e The Clash, che allora dominavano le classifiche musicali. Nonostante un sound molto più vicino al punk, gli Iron Maiden incontrarono diverse difficoltà a trovare spazio; la loro grande occasione per farsi conoscere venne dal Ruskin Arms, uno dei pochi locali londinesi che proponeva musica dal vivo hard rock e heavy metal.

Oltre alla musica, la band curò molto anche l’aspetto scenografico, accompagnando le esibizioni dal vivo con effetti pirotecnici, in genere, prodotti dagli stessi membri del gruppo. Proprio in quel periodo, fece una delle prime comparse Edward the Head, successivamente conosciuta come Eddie: una creatura dalle sembianze mostruose, che da lì a breve sarebbe divenuta la mascotte ufficiale degli Iron Maiden.

L’idea di chiamare in questo modo la mascotte fu spiegata dal gruppo attraverso questo racconto: “Una donna aveva partorito solo una testa, il medico le disse di non preoccuparsi in quanto avrebbe procurato un corpo adatto per Eddie entro il suo quinto compleanno. Così dopo cinque anni, il padre di Eddie, entrò nella sua stanza il giorno del compleanno di Eddie e disse: “Bene oggi è il tuo compleanno, e abbiamo una sorpresa per te!” dopo di che Eddie rispose: “Oh no, non un altro dannato cappello!””.

Tornando al disco, brani come Prowler, Running Free, Phantom of the Opera e Iron Maiden, contribuirono allo sviluppo della nascente New Wave of British Heavy Metal, diventando alcuni fra i più grandi successi del collettivo britannico e dell’intero movimento. In seguito, l’evoluzione creativa dei suoni, delle atmosfere, e alcuni avvicendamenti nella line-up, porteranno gli Iron Maiden ad aprirsi a composizioni più melodiche, con influenze progressive e una produzione sarà sempre più curata, portando qualcuno a parlare addirittura di tendenza barocca.

Quella dei Maiden sarà una carriera di lunga durata, dove i due punti fermi resteranno Eddie e il successo a livello di pubblico, con cui si instaurerà un rapporto raro e di grande impatto emotivo. Un percorso di crescita cominciato con le sonorità grezze, sporche e impulsive di Iron Maiden, uno dei migliori debut album della storia della musica rock.

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